lunedì 27 novembre 2017
LE STORIE CHE CURANO ( Freud- Jung- Adler ) 5
(...) La capacità della psicoterapia di guarire dipende dalla sua
capacità di continuare a ri-raccontarsi in rinnovate letture
immaginative delle sue stesse storie. E' per questo che in modo
ricorrente torniamo ai nostri fondatori, come gli Scolastici a
Tommaso, come gli americani a Whitman, Hawhtorne e
Melville. La filosofia platonica è rimasta vitale dopo 2500 anni
perché Platone, e quel meraviglioso vecchio bislacco di
Socrate sono stati ri-visti daccapo da ciascun platonico in ogni
periodo.
Quel che rende una psicoterapia capace di guarire - e per
guarire intendo restituire il senso del vivere e del morire all'
interno di un cosmo immaginale; un ricondurre la propria
costrizione umana ai modelli di necessità che governano l'
immaginazione - quel che rende ogni terapia capace di guarire
è una percezione immaginale di se stessa, quell'orecchio
rivolto a ciò che sta facendo, dicendo, scrivendo.
Essa cura costantemente il proprio linguaggio con un terzo
occhio, un terzo orecchio. Ogni arte in cui si inaridisce l'
immaginazione diventa una scuola letterale, una serie di
tecniche, una professione. Quando la psicoterapia non è più
capace di ascoltare i propri fondatori come figure dell'
immaginazione che parlano all'immaginazione, o di trattare
come voci i propri principi, cosa può dire allora alle figure
e alle voci del paziente?
Il modo migliore di mantenere il flusso delle immagini perché
la poiesis possa continuare, è quello di lasciare che le voci
dell'anima- come i personaggi di una fiaba - continuino il
loro racconto anche quando il libro è già chiuso. La psiche
consiste essenzialmente in immagini - diceva Jung - e noi
dobbiamo sognare il mito insieme ad essa. Siamo guidati da
finzioni- diceva Adler - e anche i nostri scopi sono finzioni.
Analisi interminabile - diceva Freud. La cura durerà finchè
potrà essere mantenuto il senso romanzesco, perché la morte
è l'unica vera guarigione - diceva Socrate.
Che questa visione sia priva di fondamento corrisponde a quel
carattere di inutilità che viene riferito alla classe poetica.
Fatevi coraggio. (...)
James Hillman da Le Storie che curano ( Freud- Jung-Adler )
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