lunedì 27 novembre 2017
LE STORIE CHE CURANO ( Freud-Jung- Adler) 4
(...) Vedere la terapia su un fondo estetico - avendo presente la
terza critica di Kant, e non la prima e la seconda ( ragione ed
etica ) - richiede una revisione dei nostri progenitori: Freud,
Jung, Adler . Per vederci impegnati nella terapia come arte,
dobbiamo vedere anche loro impegnati allo stesso modo,
leggerli come facilitatori di immagini la cui lotta essenziale si
svolgeva con le passioni e le configurazioni dell'immaginazione
Dobbiamo cioè deletteralizzare le teorie freudiane, junghiana e
adleriana e apprezzarle di nuovo come tentativi di formulare
l'immaginazione in storie, per il cui tramite la poiesis possa
procedere in ogni anima individuale,attraverso il travestimento
immaginativo chiamato " cura". Poiché non era la cura ciò che
più contava nel loro rapporto con i casi - compreso il proprio -,
bensì il fare immagini.
La storia del movimento psicoanalitico è di per sé come un
romanzo continuo, in cui ogni nuovo capitolo si apre con
rivelazioni sui personaggi principali - le loro lettere, le loro
battaglie, i loro incesti -. Il romanzo della psicoanalisi ne
anticipa le " teorie". Lo sviluppo del pensiero di Freud e la
scoperta di Jung della psiche autonoma così come viene
narrata nelle sue memorie, si dispiegano come trame
romanzesche, popolate da straordinari personaggi fiabeschi.
" Tutto sta nella mente " diceva la psicoanalisi, " compresi i
casi e i loro fatti, compresa la stessa psicoanalisi".
Perché la mente è poiesis , che " fa " finzioni letterarie per
guarirsi dai suoi poeti letteralizzati. (...)
James Hillman da Le Storie che curano ( Freud, Jung, Adler )
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