martedì 19 novembre 2019

L'UOMO DI VETRO 2


(…) Iside era la sorella - sposa di Osiride, salito sul trono dell'
       antico Egitto per volontà del padre che, morendo, lo aveva
      preferito al primogenito. Iside e Osiride  vivevano insieme e l'
      uno comprendeva l'altro e lo aiutava. La pace regnava su quel
      paese e tutti stimavano la coppia regale e la amavano.
      Con l'eccezione di Set, il fratello di Osiride, che invece voleva
      solo la sua morte per sostituirlo al potere e per questo lo uccide
      a tradimento e, per impedire che potesse trovare un posto in
      cielo da dove potersi vendicare, lo taglia in quattro pezzi e li
      disperde sulla terra.Iside, affranta dal dolore,ripercorre il Nilo,
      viaggia in paesi fuori del regno per cercarli, e alla fine li trova
      e li ricompone, e dai frammenti rinasce l'uomo - Osiride - che
      ritorna in vita sulla terra.
      Ecco il lavoro dello psichiatra svolto da una donna fragile,
      fragile da quando è rimasta senza il fratello amato: una
      separazione che sa di frattura.
      L'uomo fragile mette insieme.
      Iside si dedica alle cose rotte, cerca di ricomporle.
      Ma Set vuole il regno e, invitato il fratello a casa, lo uccide
      ancora. Questa volta, del suo corpo ne fa tredici pezzi e li
      disperde in un'area in cui è impossibile pensare di poterli
      ritrovare. Iside, sempre più fragile, corre e cerca quei pezzi per
      farne di nuovo il proprio uomo, senza il quale non le sembra
      possibile vivere.Un innamorato è fragile : chi ama ed è lontano
      dal proprio amore si lamenta, si sente incapace di stare in
      questo mondo e invoca l'amato, lo cerca come se cercasse una
      parte di sé, senza la quale egli è un frammento, incompleto.
      Con la forza della fragilità di colei che ha bisogno dell'altro,
      Iside trova dodici pezzi e ricostruisce l'effigie del  fratello, e
      persino il suo sorriso di uomo buono. Ora cerca l'ultimo, va
      attaccato al pube, ma non lo trova e così non può riportarlo in
      vita, anche se - seppellendolo - gli dà pace in cielo.
      Chissà perché, parlando della mia fragilità di psichiatra, mi è
      venuto in mente questo mito, e chissà perché,descrivendolo ora,
       torna in mente il Canto dei Cantici attribuito a Salomone.
       Il Cantico è una storia d'amore, una bellissima storia d'amore.
       Lei non desidera che stare con lui e finalmente può dormire
       nello stesso letto, e così si addormenta felice. Ma al risveglio
       lui non c'è più ed ella è presa dalla disperazione,dalla paura
       che sia scappato, che sia morto, e allora esce e corre
       dappertutto a cercarlo, ma invano.Senza di lui è solo un pezzo
       di esistenza, e avverte la mancanza, ma non si accorge di ciò
       che ha e che incontra, ma soltanto di ciò che non ha più: l'
       assenza riempie di dolore la sua mente e vaga senza altro
       scopo e senza altra meta che incontrarlo, e non si rammenta
       nemmeno della vastità del mondo e della difficoltà di trovare il
       suo amore, di cui avverte ancora il sapore dei baci.
       Sono uno psichiatra fragile, che mette insieme pezzi d'uomo
       perché possa sorridere, sperare, amare e sentire la propria
       fragilità.   (…)



  Vittorino  Andreoli  da  L'uomo di vetro ( La forza della fragilità )

Nessun commento:

Posta un commento