domenica 10 novembre 2019

IL MESTIERE DI VIVERE ( Diario di Pavese ) 3


16 Agosto 1950

(…) Cara, tu forse sei davvero la migliore - quella vera. Ma non ho
       più il tempo di dirtelo,di fartelo sapere - e poi,se anche potessi,
       resta la prova, la prova, il fallimento.
       Vedo oggi chiaramente che dai 28 a oggi ho sempre vissuto
    sotto quest'ombra - qualcuno direbbe un complesso.E dica pure: 
    è qualcosa di molto più semplice. Anche tu sei " la primavera ",
    un'elegante, incredibilmente dolce e flessibile primavera, dolce,
    fresca, sfuggente - corrotta e buona - " un fiore della dolcissima
     valle del Po ", direbbe chi so io.
    Eppure,anche tu sei soltanto un pretesto.La colpa, dopo che mia,
    è soltanto dell' " inquieta angosciosa  che sorride da sola ".

    Perché morire ? Non sono mai stato tanto vivo come ora, mai
    così " adolescente ".

    Nulla si assomma al resto, al passato. Ricominciamo sempre.

    Chiodo scaccia chiodo. Ma quattro chiodi fanno una croce.

    La mia parte pubblica l'ho fatta - ciò che potevo. Ho lavorato,ho
    dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti.  (…)



                Cesare  Pavese    da     Il mestiere di vivere  1935 - 1950


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