giovedì 21 novembre 2019

CI DICIAMO L'OSCURO 1

 
 
 

 " I cuori luminosi sono preda del folletto della nebbia " ( P. Celan )                                                                                               
                                                                 
                                
IL CODICE SEGRETO DELL' AMORE


(…) Il 24 Giugno 1949, un anno dopo la primavera di Vienna,
       Ingeborg scrive a Paul Celan a Parigi: " Ci ho pensato spesso.
       Corona è la tua poesia più bella, la perfetta anticipazione di
       un istante nel quale tutto diventa e rimane marmo per sempre.
       Ma qui per me, nulla è " tempo ". Anelo a qualcosa che non
       raggiungerò, tutto è piatto e scialbo, estenuato e consunto, già
       prima di essere usato ".
       Il sentimento di anelare a qualcosa a lei negato,  si avverte
       presto in Ingeborg: vi orbitava attorno già nei suoi primi testi
       in prosa. Ma ormai Celan è un " signore " difficilmente
       separabile dalla vita della Bachmann, né relegabile ad altre
       sfere, perché esiste in carne ed ossa.
       La poesia Corona è un testo intimo e codificato della loro
       relazione. Da molte allusioni postume, emerge chiaramente 
       che dietro l' " amata " evocata nei versi, si cela l'esperienza
       concreta di Celan con Ingeborg Bachmann.Corona è una delle
       ventiquattro liriche della raccolta Papavero e memoria che l'
       autore le dedicherà, apponendo ad ognuna la scritta " Per te ".
       La Bachmann è desiderata come la " straniera " e in Corona
    la lontananza tra i due amanti viene superata sul piano artistico.
    Questa è la poesia a cui entrambi alluderanno più spesso negli
    anni successivi. Passaggi di Corona diventano frasi rituali che
    verranno usate nel corso della loro relazione come reciproca
    conferma. La primavera condivisa l'anno prima è rievocata nelle
    parole : " E' stata bella, come le poesie e la poesia che abbiamo
    fatto insieme. ". Il discorso della " poesia che abbiamo fatto
    insieme " ha un sapore erratico e non è dimostrabile
    concretamente. Nella formulazione c'è però qualcosa di nascosto
    di cui, tuttavia , non si trova traccia in nessun archivio. In ogni
    caso, le poesie sono il metro della loro relazione, ne sono il
    fondamento. Della loro specificità fanno parte sostanzialmente
    anche dei lati oscuri, e questa forma di oscurità trova forse in
    Corona la sua espressione più compiuta. Il verso " Ci diciamo
    l'oscuro " è il codice del loro amore.
    Più avanti nel tempo, Celan affermerà : " La poesia è scura
    perché questo è poesia ", e dunque si tratterebbe della parte più
    intima, dell' esistenza stessa della poesia.
    E aggiunge che proprio per questo si fonda su un incontro e una
    conversazione.  (…)


Helmut  Bottiger  da   Ci diciamo l'oscuro ( La storia d'amore tra Ingeborg Bachman  e Paul Celan )



Nessun commento:

Posta un commento