" I cuori luminosi sono preda del folletto della nebbia " ( P. Celan )
IL CODICE SEGRETO DELL' AMORE
(…) Il 24 Giugno 1949, un anno dopo la primavera di Vienna,
Ingeborg scrive a Paul Celan a Parigi: " Ci ho pensato spesso.
Corona è la tua poesia più bella, la perfetta anticipazione di
un istante nel quale tutto diventa e rimane marmo per sempre.
Ma qui per me, nulla è " tempo ". Anelo a qualcosa che non
raggiungerò, tutto è piatto e scialbo, estenuato e consunto, già
prima di essere usato ".
Il sentimento di anelare a qualcosa a lei negato, si avverte
presto in Ingeborg: vi orbitava attorno già nei suoi primi testi
in prosa. Ma ormai Celan è un " signore " difficilmente
separabile dalla vita della Bachmann, né relegabile ad altre
sfere, perché esiste in carne ed ossa.
La poesia Corona è un testo intimo e codificato della loro
relazione. Da molte allusioni postume, emerge chiaramente
che dietro l' " amata " evocata nei versi, si cela l'esperienza
concreta di Celan con Ingeborg Bachmann.Corona è una delle
ventiquattro liriche della raccolta Papavero e memoria che l'
autore le dedicherà, apponendo ad ognuna la scritta " Per te ".
La Bachmann è desiderata come la " straniera " e in Corona
la lontananza tra i due amanti viene superata sul piano artistico.
Questa è la poesia a cui entrambi alluderanno più spesso negli
anni successivi. Passaggi di Corona diventano frasi rituali che
verranno usate nel corso della loro relazione come reciproca
conferma. La primavera condivisa l'anno prima è rievocata nelle
parole : " E' stata bella, come le poesie e la poesia che abbiamo
fatto insieme. ". Il discorso della " poesia che abbiamo fatto
insieme " ha un sapore erratico e non è dimostrabile
concretamente. Nella formulazione c'è però qualcosa di nascosto
di cui, tuttavia , non si trova traccia in nessun archivio. In ogni
caso, le poesie sono il metro della loro relazione, ne sono il
fondamento. Della loro specificità fanno parte sostanzialmente
anche dei lati oscuri, e questa forma di oscurità trova forse in
Corona la sua espressione più compiuta. Il verso " Ci diciamo
l'oscuro " è il codice del loro amore.
Più avanti nel tempo, Celan affermerà : " La poesia è scura
perché questo è poesia ", e dunque si tratterebbe della parte più
intima, dell' esistenza stessa della poesia.
E aggiunge che proprio per questo si fonda su un incontro e una
conversazione. (…)
Helmut Bottiger da Ci diciamo l'oscuro ( La storia d'amore tra Ingeborg Bachman e Paul Celan )
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