lunedì 11 novembre 2019

LA MISURA DEL SILENZIO

 
 
 
                                       Se fossi qui, poserei il cielo nei passi…



FOGLIA DISFATTA DAL VENTO

A volte tremo, dalle tue labbra
come foglia disfatta dal vento
e taccio, due metri in su
dove mi hai dato posto
nel vuoto di cielo
contrapposto tra gli sguardi
e qualche carezza di onda:
perdo quota e si interrompe il cuore.

Punto di interpunzione, il tuo
sul mio nome e languide
le lacrime, mi hanno tolto il fiato
sospiro e vita.


                                          ***

IL CONFINE DEL SILENZIO

Ho conosciuto  il silenzio rintanato
nell'ombra, dopo le risa chiassose dietro
le case. Nessuno lo percepisce - il silenzio -
nessuno scorge la crepa nel muro
o il vessillo del vento quando
s'accostano le nubi e irradia la pioggia.

C'è solo l'insonnia a tramare in agguato.
Per questo mi astengo dal centro del mondo,
sa di amaro quel posto.
Approdo ad ogni notte con pagine vuote,
come quando d'inverno attecchisce la neve
e non emette lamento.

Rimango illuso a delimitare il mio passo,
a prosciugare i minuti, evitando il rumore.
Senza accorgermene definisco i dinieghi,
poggio un guanto ai singhiozzi.


                                             ***

IN FONDO AL CUORE A NON CERCARTI

Se solo avessi la certezza che amarti
poi bastasse. Cingerei i ceppi al recinto,
i respiri incerti, le convinzioni della luna.
Come la pioggia quando solca il suolo,
e ammutolisce.
Avverto un temporale nelle note, una brezza
a trascinarmi via.

                                                   Non vedo.
In un sospiro, qui, si muore.
Circondami gli occhi, che il cuore ancora duole
                                                 a ricucire i passi.

Restringi quei fermagli. Ma non odiarmi,
come il vento quando ti respinge;
racchiudimi in un corpo senza voce,
raggela le mie vene in questo prato.

Ad amore appartengo.
In un'altra vita, non vederti. In fondo al cuore
e non trovarti. Mille e mille volte ancora.


                                                ***

UN PO' DI LUNA CHE S'ACQUIETA

E' tardi per accoglierti
in questo  spazio in bianco e nero.
E io mi crogiolo nell'attesa vana di cercarti
e darti un nome, un barlume nella sera tarda.

E s'avanza quel che darti non è stato vano,
un rimorso staccarsi dal soffitto
e farti ombra.

Di te, quel che di bianco più s'appura, è l'incoscienza.
Convinto nei miei sbagli, porterai di me promesse
fra le pieghe nella sera, e al caldo nei tramonti?

E porta a te l'odore della piazza,
il rintocco dell'ultimo campanile. E io nei miei silenzi,
che non ti appartenevano.

Quel bagliore un po' di luna che s'acquieta
e poi gli sguardi, questa calma che ci manca
e ti toglie l'abito e ti lascia sola, e il fiato
e l'oceano che t'opprime.


                                                ***

CORDOGLIO AI LATI DEL CUORE

Se fuori è tempesta mi comprimo
alla foce dei tuoi sospiri.
Non sostengo la cura del freddo:
spesso è un filo di noia a tradirmi.
Il labbro concede l'ultimo accento
come si appresta la sera a svanire.

Vorrei fuoriuscire dai bordi
coincidere ogni respiro
comporre in fila gli errori.

Dovrei avere cura della punteggiatura
del distacco dal bianco
- disunito -
dei silenzi a sfiorare la terra.

Avrei voluto essere materia leggera
assottigliarmi docile ai rami:
lascerai un senso alle pause
ricalcherei i chiodi alle promesse.

Se fossi qui poserei il cielo nei passi.



                        Davide  Cuorvo   da     La misura del silenzio



2 commenti:

  1. il silenzio è una benedizione. occorre sapere ascoltare i propri rumori e, alla bisogna, metterli a tacere

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  2. E' il silenzio a dar valore alle parole, come in musica sono gli spazi a creare armonia di suoni.
    Il giusto silenzio è un valore per noi stessi ( non c'è introspezione nell'affollamento verbale ) e per gli altri: saper ascoltare vuol dire mettere a tacere il nostro Io.
    Grazie!

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