Vincent Van Gogh - Notte stellata
X AGOSTO
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Tornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano invano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Giovanni Pascoli da Myricae
***
X AOUT
Saint Laurent, moi je sais pourquoi tant
d'étoiles parmi l'air tranquille
brulent, tombent, pourquoi pleur sì grand
dans le ciel concave étincelle.
Une hirondelle au toit revenait :
tuée, chut parmi les épines,
elle avait dans son bec un insecte:
assez pour que ses petits dinent.
Là voilà, commme en croix, or qui tend
ce vermisseau au ciel lointain;
et son nid est dans l'ombre, il attend,
pépiant toujours mais pour rien.
Un humain revenait à son nid :
on le tua: il dit: Pardon;
dans ses yeux grand ouverts reste un cri:
il avait deux poupées en don...
Or là, dans la maison solitaire,
on l'attend, on l'attend en vain ;
immobile, droit, il tend la paire
de poupées à ce ciel lointain.
Et toi, Ciel, qui surplombes les mondes
sereins, infini, immortel,
oh! d'un pleur d' étoiles tu l'inondes
cet opaque atome du Mal!
Trad. di Jean- Charles Vegliante - 10 Agosto 2021
C'era una versione bellissima musicata dagli skiantos.
RispondiEliminaDavvero fantastica... un tantino dissacrante, magari
😀
Non la conosco, ma andrò a vedere: si sa che sono molto curiosa !!!!
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione.
X agosto, insieme a La cavalla storna, è forse una delle poesie più belle di G. Pascoli. Qui il poeta abbandona la tecnica del fonosimbolismo, attraverso cui mima con i suoni i significati delle sue poesie, come ad esempio ne Il tuono ("[...] il tuono rimbombò di schianto:/rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,/e tacque, e poi rimareggiò rinfranto [...]), e si abbandona al racconto, di sé, del suo dolore, del dolore del mondo, accompagnandolo con il solo ritmo, semplice e asciutto, del verso e della rima. Ne risulta una poesia dai sentori primordiali, che buca l'inconscio, come il canto e le percussioni primitive, intorno al falò dell'umanità.
RispondiEliminaGrazie di questo bellissimo e dotto ( e poetico ) commento...
RispondiElimina" Poesia che buca l'inconscio..." e " intorno al falò dell'umanità..." che meraviglia!