lunedì 9 agosto 2021

LA TRACCIA DELLE VENE DI CLERY

 


                                                     Jean Steen  -  La visita del medico



" All'instabilità tumultuosa della malattia, serve di contrappeso la solidezza delle strutture poetiche: decise, obbedienti, serrate. In questo senso l'opera di Cléry Celeste si impernia sull'incessante discordia tra la vita e il mistero della sua presenza nel mondo; tra la carne e il suo non conosciutissimo sapore. Queste trasmutazioni prodigiose si svolgono tutte sullo sfondo della quotidianità. così, dalle prospettive infinite dei centri medici, si potranno tirar fuori : i camici, i pulsanti, i moduli del consenso, il posto macchina. Ogni oggetto contribuirà nel suo piccolo a restituire un intimo diario delle cose viste e vissute sul posto di lavoro. Un diario, senza il quale le cose rimarrebbero soltanto delle cose e i pensieri su queste ultime assomiglierebbero a dei canarini in pensione nelle gabbie del burnout . "   ( Michele  de Virgilio )





La perca di mare incuba dentro

la bocca respiri di pesci

come le membrane porose della casa

con tutte le cose disposte

nel silenzio dei gesti, gli angoli

e la solida memoria muscolare.


Li abbiamo tutti gli alberi

dei viali di casa nostra,

sarebbero la prima cosa

che uno cerca

quando torna a casa.



                                                   ***


A ottanta centimetri da me

vedo i tuoi occhi agitarsi

sbattere la coda delle pupille

con la curiosità degli scoiattoli

nell'ora chiara della ricerca del cibo.



                                                  ***


Il lavoro è ricominciare a cicli

come gli anni e i criceti nella ruota.

Stesso posto macchina, il sorriso

abbinato al camice, i pulsanti e anche le frasi.

Ma le frasi, chi torna dei miei pazienti

le riconosce le frasi sempre uguali ?

Lo scarto della routine sta in loro

nelle ultime richieste di aiuto.



                                                  ***


Ha firmato lentamente il modulo del consenso

il paziente strano del mercoledì

ha detto che ormai non riconosceva

neanche più la sua scrittura.

Ha chiesto se il braccio era il suo

se doveva stendersi sul lettino

come avrebbe fatto

ora che era finalmente

altro da sé.



                                            ***


Questa volta sono stata io

diventare disumana è stato semplice

radere al suolo ogni impianto collettivo,

nessun contatto visivo, nessun contatto

uditivo. Apriva la bocca come i pesci

il vecchio di fianco a me in treno

roteava gli occhi in una apnea indolore.




       Cléry Celeste    da     La traccia delle vene



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