Sono figlia di Lucia, bruna Mamma biologica, suicida nelle acque del Tevere quando io avevo otto mesi e lei appariva da ventinove anni nel teatro umano.
Sono figlia di Consolazione, bionda Madre elettiva, da me fragorosamente delusa.
***
Non sembrano premesse favorevoli a scagionarsi dalla consolazione d'essere vivi.
Ma la vita ci ignora, ignora soprattutto i pregiudizi e l'ovvio. Tutto cicatrizza, a nostra insaputa. Le ferite si aprono e si chiudono come valve nel fondo del mare della dimenticanza, gli episodi sommersi lampeggiano, mentre la nostra superficie agisce, compra una giacca di velluto liscio color granata, fa benzina.
Mentre scendiamo dall'autobus con le buste della spesa, il mare - sotto - muove la sua misura gigantesca, manovra le sue leve nell'olio azzurro del Tempo. E noi - in alto - splendiamo.
E le parole vanno via da noi, semi sparsi come costellazioni nell'aria trasparente del mattino. Le parole ricordano tutto, quello che non sappiamo di ricordare. Per ciò, affidiamo loro la memoria. Per poi dimenticare - ancora e ancora - ripassare il raschietto sulla cera dei giorni.
E le parole vanno via da noi, dalla cera impassibile dei nostri volti, e attivano le leve submarina di altri esseri umani, uguali a noi. Che splendono - talvolta - come noi splendiamo. Senza saperlo.
Maria Grazia Calandrone da Splendi come vita
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