FERMIAMO IL RACCONTO
Fermiamo qui il racconto
perché qui la musica si fa incerta
come un dolore chiuso
tra due corpi
nel teatro delle variazioni e dei
ritorni sei soltanto un grido
esausto, quella sostanza umana
che susciti con lingua mortale,
quella terra sconsolata
sfuggita alle carte geografiche
dell'eterno.
***
PROSSIMITA' DEL BENE
Ciò che si presta alla discussione è niente
i morti sono stati dimenticati
i vivi si accontentano di essere vivi.
oh quanto questo oscuro brusìo
intorno a noi che fummo
ci restituisce il bene
di chi crede in noi, le donne e gli uomini
che ci tenevano in braccio
sul treno in corsa dell'avvenire
c'è, ci deve essere un modo per piangere
e non lasciarsi andare alle cose
inventate, qui dove non c'è anima viva.
***
GIOVEDI' 23
Il pomeriggio gli ronza attorno
per l'emergere di altre mani che stanno
al gioco di una fine convulsa.
agosto è interminabile.
il terreno arso dipinge i miei quadri
crepitando a ogni curva
per conoscere qualcuno che è stato
nei crampi di questa luce dove
tutto è provvisorio, qualcuno
che è stato per lungo tempo nella quiete
di un pronome e che ora, non visto
da alcuno, torna le sue cose a guardare.
***
Albe mute ci mangiano
i sogni che facciamo.
la parola cade sul foglio
per scaricare il peso di mille storie
sembra una preghiera stare qui.
le labbra cercano un silenzio
la strada del ritorno.
la notte resta impigliata nei vestiti.
fuori, non ci siamo che noi
sotto mentite spoglie.
***
Dopo ogni perdita, dopo
ogni sconfitta
ma ci fu la resa dei viventi
quando la miriade
era un numero esatto.
dall'altra parte ci sono
gli ospedali di notte
e la tela grezza dei pensieri
che vanno e vengono
sotto la pioggia.
ma alla fine sono stato io
a cercarti, vita che dà vita,
amore senza nome,
taciturno amore.
in questa città dolente
noi ci amiamo in segreto.
Vittorino Curci da Poesie ( 2020- 1997 )
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