George Hilliard Swinstead - The angel's message
L'ANGELO BUONO
Venne quello che amavo,
quello che invocavo.
Non quello che spazza cieli senza difese,
astri senza capanne,
lune senza patria,
nevi.
Nevi di quelle che sono cadute da una mano,
un nome,
un sogno,
una fronte.
Non quello che ai suoi capelli
legò la morte.
Ma quello che amavo.
Senza graffiare i venti,
senza ferire foglie o agitare cristalli.
Quello che ai suoi capelli
legò il silenzio.
Per scavarmi nel petto, senza farmi male,
di luce dolce una riva
e rendere navigabile la mia anima.
***
L' ANGELO SCONOSCIUTO
Che nostalgia degli arcangeli!
Io ero...
Guardatemi.
Vestito come tutti gli altri,
non mi si vedono le ali.
Nessuno sa come fui.
Non mi riconoscono.
Per la via, chi si ricorda?
Sono scarpe i miei sandali.
La tunica mia, pantaloni
e giacca all'inglese.
Dimmi chi sono.
Eppure io ero...
Guardatemi.
***
I DUE ANGELI
Angelo della luce ardente,
vieni e con la tua spada
dà fuoco agli abissi dove giace
l'angelo sotterraneo delle mie tenebre.
Che fendente nell'ombra!
Scintille multiple
mi penetrano nel corpo,
nelle ali implumi,
in ciò che non vede nessuno,
vita.
Mi stai bruciando vivo.
Vola lungi da me, Lucifero oscuro
delle cave di pietra senza aurora,
dei pozzi senz'acqua,
dei botri senza sogno,
ormai carbone dello spirito, sole, luna.
Mi dolgono capelli
e ansie. Oh, bruciami!
Di più, sì sì , di più. Bruciami!
Brucialo, angelo della luce, mio custode,
tu che andavi piangendo fra le nuvole,
senza di me, per me,
freddo angelo di polvere, senza gloria,
versato nelle tenebre!
Brucialo - angelo della luce -
bruciami e fuggi
Rafael Alberti da Degli angeli ( Trad. di V. Bodini )
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