Peggio sarà quando - telefonando -
le nostre facce potranno vedere.
Meglio adesso che, immaginando,
ciascuno si figura il suo piacere,
e la parola, calma e calma, dice,
descrive i gesti, narra le azioni,
mentre la mente, svelta creatrice,
gioca la gioia delle sue invenzioni.
Se poi la voce tace, in emozione,
e resta solo in fiato a raccontare,
vedersi creerebbe confusione,
perché la mente sa cosa pensare
senza necessità della visione:
l'amore è cieco, ma sa immaginare.
***
Certo, se vuoi, giochiamo al dottore,
non a quello condotto, generale,
che cura con sciroppi il raffreddore
e appiccica un cerotto sul tuo male,
né il chirurgo - santo dio - che taglia
curioso di tumori nuovi e strani,
ben mascherato nella sua ferraglia
come l'ultimo cyborg dei Mohicani:
giochiamo allo psichiatra freudiano
che scava in noi repressi desideri,
o a quello più francese, lacaniano,
che scava le parole coi pensieri,
e poi, trovati i desideri e i sensi,
giochiamo a molto più di quel che pensi.
***
Pare ormai accertato che la pasta
non abbia afrodisiaco potere:
amidi e calorie, quanti ne basta,
ma nessun nesso con sesso e piacere.
Lo stesso fico, finora pensato
un baldo araldo per il desiderio,
riguardo a quell'effetto - è dimostrato -
non regge a un esame che sia serio.
Ma se mangi la pasta come sai,
elaborando il senso dell'entrare,
o succhi il dolce fico come fai,
finchè fra labbra umide scompare,
affermo - in barba agli accertamenti -
che sono afrodisiaci potenti.
***
Un parcheggio sul lago, quasi l'una.
Le luci che si specchiano tremanti.
Nessuna luce intorno, niente luna.
Nell'auto buia noi, umidi amanti.
Umida tu, nel buio del tuo ventre,
umide le due lingue nella bocca,
umida la mia buia mano, mentre
entra nel ventre umido e lo tocca.
Bui fruscii, sull'orlo della sponda,
lievi risciacqui nella carne ombrosa,
lunghissimi sciacquii di lingua- onda
dentro la schiusa bocca silenziosa,
e sui vetri dell'auto va in vapore
questa feconda umidità d'amore.
***
Incamminata a quattro zampe, nuda,
come un felino nell'esplorazione,
con il suo sesso che scintilla e suda
quasi a contatto della mia visione,
curvi di qua e di là, sinuosa e lenta,
per seguire la traccia o per lasciarla,
perché - chi segue da vicino - senta
il tuo odore che sorride e parla,
e poi pieghi le braccia, abbassi piano
la testa e il busto fino al pavimento,
e io, che seguo a meno di una mano,
quasi inciampo nel raggiungimento.
e poi ti bacio e assaggio mentre ridi,
e poi ti salgo sopra e tu già gridi.
Roberto Piumini da Il rosso amore ( Cento poesie erotiche
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