venerdì 7 maggio 2021

GLI ANGELI DI RAFAEL 1

 


                                                          Henri Fantin -  Immortalità



PRIMO RICORDO


Passeggiava con l'abbandono di giglio che mediti,

o quasi d'uccello che sappia di dover nascere.

Senza vedersi si guardava in una luna a cui il sogno faceva da specchio,

in un silenzio di neve che le innalzava i passi.

Affacciata a un silenzio.

Era anteriore  all'arpa, alle parole, alla pioggia.

Non sapeva.

Bianca alunna dell'aria,

tremava con le stelle, con il fiore, con gli alberi.

Il suo stelo, la verde sua cintura.

Con le mie stelle 

che - di tutto ignoranti -

per scavare nei suoi occhi due lagune,

in due mari annegarono.


E ricordo...


Niente più : morta, sparire.



                                                    ***


Anche prima, 

molto prima della rivolta delle ombre,

e che nel mondo cadessero piume incendiate

e che un uccello da un giglio potesse essere ucciso.

Prima, prima che tu mi domandassi

il numero e il sito del mio corpo.

Assai prima del corpo.

Nell'epoca dell'anima.

Quando tu apristi nella fronte non coronata del cielo

la prima dinastia del sogno.

Allorché- contemplandomi nel nulla -

inventasti la prima parola.


Allora, il nostro incontro.



                                                    ***


Ancora i valzer del cielo non avevano spostato il gelsomino e la neve

né i venti riflettuto alla possibile musica dei tuoi capelli,

né decretato il re che la violetta si seppellisse in un libro.

No.

Era l'età nella quale viaggiava la rondine

senza le nostre iniziali nel becco.

In cui convolvoli e campanule

morivano senza balconi da scalare né stelle.

L'età

in cui sull'omero di un uccello non c'era fiore che posasse il capo.


Allora, dietro il tuo ventaglio, la nostra prima luna.




                  Rafael  Alberti   da     Degli angeli  ( Trad. di V. Bodini )




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