mercoledì 12 maggio 2021

NEL CONTAGIO 1

 



" I nemici delle vaccinazioni - anche questa è una professione - hanno detto che a Vienna non è scoppiato il vaiolo, ma un'epidemia da vaccino. Ora, anche loro sanno valutare il valore della profilassi, ma la loro prudenza è un po' esagerata : si prendono il vaiolo per proteggersi dal vaccino ".  ( Karl Kraus ) 



AUGURARSI IL MEGLIO


(...)  Ieri sono andato a cena a casa di amici. E'  l'ultima, mi sono detto. Superati i duemila contagi, inizio la quarantena. Entrando non ho baciato nessuno, ci sono rimasti un po' male. Più che altro erano perplessi. Questa epidemia sembra avermi preso la testa più del dovuto. Sono un discreto ipocondriaco, a sere alterne chiedo a mia moglie di sentirmi la fronte, ma non si tratta di questo. Non ho paura di ammalarmi. Di cosa allora? Di tutto quello che il contagio può cambiare. Di scoprire che l'impalcatura della civiltà che conosco è un castello di carte. Ho paura dell'azzeramento, ma anche del suo contrario: che la paura passi senza lasciarsi dietro un cambiamento.

Alla cena continuavano tutti a ripetere " fra una settimana è risolto " , " ma sì, vedrai, ancora qualche giorno e torna tutto normale".* Un'amica mi ha chiesto perché restassi zitto. Ho scrollato le spalle senza rispondere, non volevo fare la figura dell'allarmista - o peggio - del menagramo. Se non abbiamo anticorpi conto Cov- 2, ne abbiamo contro tutto ciò che ci sconcerta. Vogliamo sempre conoscere le date d'inizio e di scadenza delle cose. Siamo abituati a imporre il nostro tempo alla natura, non viceversa. Quindi esigo che il contagio finisca fra una settimana; che si torni alla normalità. Lo esigo sperandolo. Ma nel contagio abbiamo bisogno di sapere cosa è lecito sperare. Perché non è detto che augurarsi il meglio ( " Andrà tutto bene! ", n.d.r. ) coincida con l'augurarselo nel modo giusto. Aspettare l'impossibile, o anche solo l'altamente improbabile, ci espone a una delusione ripetuta. Il difetto del pensiero magico, in una crisi come questa, non è tanto di essere falso, quanto di condurci dritti verso l'angoscia.  (...)



                        Paolo Giordano     da     Il contagio


*  Il libro di Giordano è stato pubblicato un anno fa: e si capisce. Nel frattempo sono cambiate un sacco di cose : la crisi sanitario- economico - sociale è esplosa e ha ormai abbondantemente superato ogni limite di guardia; i " fantasticati" vaccini che avrebbero dovuto risolvere la pandemia ( azzerandola) , in realtà sono un'incognita non del tutto risolta ( a causa delle famigerate " varianti" ); la paura e l'angoscia hanno aumentato il grado di aggressività e sono sfociate in risse pubbliche e private ( ognuno vuole imporre il proprio punto di vista sui comportamenti da tenere ( specialmente i politici ); siamo incappati in una sorta di " dittatura dei virologi- epidemiologi" ( e anche di quelli che sono sempre in tv a blaterare a vanvera senza avere in realtà nessun titolo per farlo ), il che non fa che aumentare la confusione. Morale: in tv sentiamo parlare solo di quello ( in tutte le trasmissioni), così che è praticamente impossibile trovare un pensiero alternativo meno confuso e disfattista ( con buona pace di psicologi e psichiatri che vedono aumentare considerevolmente il loro fatturato... ). E tanto altro. 

Sui balconi sono ormai sbiadite le bandiere - arcobaleno con la scritta " Andrà tutto bene! ".

Perché non ci crede più nessuno.



                                                frida



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