Il sesso che non mente...
non dico una fatica, ma una lenta
meditazione sulla nudità,
una prudente e complice avventura.
Mostrami adagio le solide e rosse
punte dei seni, fa' che io mi senta
sperduto nella mia oscurità.
come un agnello nella sua pastura.
Svelami - piano- il quieto nascondiglio
in cui ficcarmi in caso di spavento,
o anche solamente per giocare,
e, mentre mostri, dall'ombra del ciglio,
mandami quello sguardo lungo e lento
che vede, spoglia, e spia il mio guardare.
***
Il sesso che nei corpi s'argomenta
in multiple equazioni d'infinito,
centellinato in una lena lenta,
millimetrale tango dell'invito,
volteggio delle carni lievitate
disciolto in alti gorghi di piacere,
arie dal desiderio inazzurrate
e rallentate per meglio vedere:
il sesso che si disfa in veli rochi,
richiami in cui la gola si ristora,
voci con echi, ombricole di fuochi,
luce di voci che s'imbruna e indora;
il sesso che si specchia dolcemente,
tremando in acqua d'occhi, e che non mente.
***
In bagno, con la porta spalancata,
in piedi nella vasca, nuda e zitta,
attentamente, te ne stai chinata
e scosti con le dita quella fitta
giungletta che offusca la fessura,
la apri e osservi, eccitata e rossa,
e io, con clandestina guardatura,
la vedo da lontano, e mi s'ingrossa
il ramo questuante dell'amore
che smette il pendolare e si fa teso,
ruzzando nella stoffa con fervore,
e allora entro, ospite inatteso,
e tu levi la faccia e io sorrido,
e anche tu, tenendo aperto il nido.
***
Chi inventò il bacio, quello fondo,
che muove lingue più della parola,
che dà saliva più del sale caldo
e giri al sangue più del vino rosso?
Chi costruì i primi baci al mondo,
in molte prove, non in una sola,
stancando la compagna con un saldo
progetto, e col suo impeto divino?
Chi indovinò, pensò, decise, volle,
la prima lotta umida d'amore,
quel frullo interiore strano e folle?
La ruota, il fuoco, cose di valore :
ma a lui - ovunque sia - zolle fra zolle,
gli amanti con i baci diano onore.
***
Non so che greve numero hanno dato
a questa perfettissima stazione,
una sull'altro a corpo rovesciato,
faccia a sesso, in lenta devozione.
La tua sul mio, più arduo, succhiando
golosamente la sua gioia tesa,
punendo con morsi- baci, quando
accenna a ritirarsi dall'impresa.
La mia sul tuo, caro rifugio biondo,
col suo piccolo cuore che scintilla,
covo ben fatto, rosa, rosso, fondo,
tana ben scelta per la linguanguilla.
Nessun numero basta, per saperlo:
cantare il firmamento non è averlo.
Roberto Piumini da Il rosso amore ( Cento poesie erotiche )
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