(...) Osservo la vita dei miei figli crescere, diventare autonoma e
farsi ai miei occhi sempre più misteriosa. Penso che questo
mistero sia il marchio di una differenza che deve essere
preservata e ammirata anche quando può sembrare
sconcertante. Resto sempre stupito di fronte alla loro bellezza e
al loro splendore come di fronte al loro disordine e alla loro
indolenza. Infinitamente diversi da come ricordavo la mia
condizione di figlio, eppure così incomprensibilmente uguali.
Non pretendo di sapere o di comprendere nulla della loro vita,
che giustamente mi sfugge e mi supera. Nel camminare fianco a
fianco - nel silenzio dei nostri corpi vicini - percepisco il
rumore del loro respiro come una differenza inesprimibile. E'
un fatto: ogni figlio porta con sé - già nel suo respiro - un
segreto inaccessibile. Nessuna illusione di condivisione
empatica potrà mai venire a capo di questa strana prossimità.
La gioia tra noi accade proprio quando l'incondivisibile che
ci separa genera una vicinanza senza nessuna illusione di
comunione. I nostri figli sono nel mondo - esposti alla
bellezza e all'atrocità del mondo - senza riparo. Sono - come
noi tutti - ai quattro venti della vita nonostante o grazie all'
amore che nutriamo per loro.
Non so davvero nulla della vita dei miei figli, ma li amo proprio
per questo. Sempre alla porta ad attenderli senza però mai
chiedere loro di ritornare. Vicino non perché li comprendo, ma
perchè stimo il loro segreto. (...)
Massimo Recalcati da Il segreto del figlio
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