Sopravviveremo perché abbiamo saputo uccidere gli angeli in noi...
Ti dedico i miei occhi, le mie labbra, i miei denti.
Le poesie? Che te ne fai delle mie poesie scritte perché
non sapevo tacere?
Che te ne fai delle mie poesie che non ti possono
amare?
Com'è bello che non siamo né uccelli né devoti
all'imbrunire
e non abbiamo ali ma braccia.
L'ultima cosa che ci attende non può essere la nostra
morte,
perché i desideri del nostro sangue da qualche parte
devono continuare.
Tu sei una donna - piccola -
tu sei una piccola donna
e un immortale agosto ti ha portato nelle mie ballate.
Resta con mio ti Amo che sopravviverà a tutte le mie
lamentevoli nenie, a tutte le mie trasformazioni.
Resta accanto ai miei occhi.
Sopravviveremo a noi stessi, non solo nel tumulo delle
nostre tombe,
perché abbiamo saputo - teneri e superbi -
fuggendo dai coltelli e dalle granate, uccidere gli angeli
in noi,
continuando a restare angeli.
Posteri, cercateci qualche volta seguendo un filo
rosso;
solo i nostri corpi giaceranno sotto la terra muta,
ma calpestate piano
per non ferire le nostre labbra
e per non pestare i nostri sguardi morti.
Izet Sarajlić da Chi ha fatto il turno di notte
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