Roma, Ante 1975
(...) Cara Elsa,
sei riuscita a rovinare una mattinata del resto già compromessa
dalla stanchezza della sera avanti.
Ad ogni modo ecco la verità. Non giuro perché tu non tieni
conto dei miei giuramenti. Ma è la verità.
Sono rimasto a Roma perché avevo sei assegni di quasi un
milione da mettere in banca e le banche non si aprono più che
la mattina. Essendo rimasto a Roma, sono andato al premio
Strega perché non avevo di meglio da fare. Una volta al premio
Strega, poiché non potevo sopportare le luci della televisione e
la folla del nostro tavolo, sono salito all'ingresso.
Vi ho incontrato la persona di cui s'è parlato e mi sono
trattenuto al suo tavolo insieme con gli altri. E' verissimo che
sono stato a quel tavolo per un poco. Quindi sono ridisceso e
ho incontrato Carlo Levi che mi ha detto di Uckermann
( direttore di una casa editrice francese per cui pubblicò
Moravia, n.d.r. ). Allora sono salito e sono andato a sedermi al
tavolo dell'ingresso a due tavoli di distanza dalla persona in
questione. Poi sono andato via con Uckermann.
Quanto a te sei libera di credere o non credere a queste cose.
Però in fondo non importa. E questo perché tu non credi mai
a quello che ti dicono gli altri, ma soltanto a quello che pensi
o senti tu stessa. La sola speranza è dunque che tu pensa e
senta con la sensibilità e l'acutezza che mostri in tante
occasioni. Comunque io so di certo che non posso influire sulle
tue opinioni.
Quanto alla mia agitazione, dovresti renderti conto che non
posso che dire quello che ho detto, anche se tu mi mettessi alla
tortura. Ma sentirmi chiamare piccolo borghese, filisteo
bugiardo, etc mi mette fuori di me perché è ingiusto. Se fosse
giusto, se cioè avessi veramente mentito, non credo che mi
arrabbierei, anzi sicuramente non mi arrabbierei. Ma tu a
questo non arrivi: eppure sei così intelligente!
Tu sei padronissima di non credermi, ti prego però di non
chiedermi di mentire per farti piacere, ossia confermare le tue
induzioni errate. Perché - per esempio - se ammettessi di
essere andato al premio per vedere qualcuno e non perché non
avevo niente da fare di meglio, certissimamente, mentirei.
Quanto a Sils Maria, non venirci, va bene. Vuol dire che non
ci andrò neanch'io. Però potevi dirmelo prima che aspettavi la
prima occasione per piantarmi in asso.
Finalmente quando mi dici che debbo rendermi conto che tutto
questo per te non è affatto importante, ho il diritto di
domandarti: ma quando mai ho detto o lasciato capire che io
ritenevo che tutto questo fosse importante?
E allora perché questo ritornello ? (...)
Alberto
Alberto Moravia da Quando verrai sarò quasi felice
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