Non chiedo che di essere guardata negli occhi spalancati...
LA TERRA PIU' DEL PARADISO
Mai come ora mi fu necessario il silenzio
e il pianto a sconfinare i sensi,
le lacrime, spazi colmi di inconfondibile solitudine.
Come un quadro pende dal chiodo
esse pendono obbediente dal mio sguardo dissacrato,
perché non vedo che disseccarsi ogni senno
e qualsiasi ragione affamarsi di follia.
Povera la mente che difende la terra infertile,
buona soltanto a ricordare come ridevo
e rimanevo contenta di me,
perché potevo ed era un facile guadagno,
un premio a ciò che ero, il mio sorriso.
Ora qualunque labbro urlerebbe di scontento,
non vi è parola, nessun verso che tenga.
Sto dormendo e piano muoio da lungo tempo
e gratuitamente scrivo e mi dico poeta,
urtandomi contro i grandi che amo.
Unico riparo sarebbe forse finire il morire?
Abbracciando finalmente la vita.
Perché è solo il corpo ad amare la terra più del paradiso,
nient'altro che la carne a mangiare il pane e bere il vino.
Io non ho motivo di mietitura
perché dentro non mi cresce l'erba.
Io non ho causa di poesia
ché per essa mi marciscono le parole in bocca
prima ancora di averle raccolte.
***
VERSI AL POETA
Che dirti,
augurarci di versare piano come l'acqua,
essere grandine sul nostro raccolto.
Aprirci, venderci come puttane alla malinconia
per un misero verso, per le poche parole e la sfiorata poesia.
Di noi due io amo i verdi prati, il nostro fiato incolto,
il bisogno ottuso di brucare l'erba, il beneficio di ruminarla
in silenzio.
Io e te - caro Paolo - siamo mucche dalle mammelle urgenti
che in pochi s'abbisognano di mungere.
***
LE INTIME RIFLESSIONI
Vedi, il tempo che si concentra
qui dentro questa stanza,
- amico mio che t'invento -
comprime i giorni fino a soffocarli.
Questa è la mia vita
e da essa io ti sto scrivendo.
Io non ho altro,
da me non parte nient'altro.
Leggimi quindi. Rimani e siedi.
In fondo non chiedo nient'altro
che essere guardata in faccia
e negli occhi spalancati.
Roberta Dapunt da La Terra più del Paradiso
Nessun commento:
Posta un commento