domenica 13 agosto 2017
ANTEFATTI ED OLTRE ( Moravia - Morante ) 5
(...) La sofferenza a cui fa cenno in questi pensieri, tratti da una
conversazione con Jean- Noel Schifano, è evidente nella storia
raccontata dalle lettere, in bilico fra l'amore dichiarato e la
salvaguardia di un rapporto che invece si sgretola con l'andare
degli anni. La prima vera frattura si colloca nel 1950; lo
testimonia una missiva in cui Moravia " disperato e infelice" e
comunque disposto ad assecondare eventuali " richieste dentro
le sue possibilità", ribadisce di non volersi separare, nella
convinzione che sia ancora possibile restare insieme. Sembra
essere del 1950 una minuta scritta da Morante per scusarsi del
comportamento dettato dalla propria fragilità e da " una
passione veramente strana e quasi inaudita: quella per Luchino
Visconti, sbocciata nel 1949. Il regista appare in sogno a
Moravia nell'agosto 1951:
" Stanotte poi ho sognato che tu sedevi a un tavolo di caffè
aspettando un appuntamento con L. e io allora mi sono
avvicinato a te, in pigiama e portando un cuscino e ti ho
gridato :" Se entro tre giorni non facciamo l'amore, ci
divideremo per sempre". Ma tu non dicevi nulla e io allora
sono andato a dormire in una specie di lugubre magazzino
tutto nero e vuoto ".
Moravia che solo in un'occasione chiede di non essere
dimenticato quale legittimo marito - si fa da parte nel sogno e
così nella realtà, consapevole che la passione per Visconti,
seppur con tutte le sue incomprensioni, ha in sé come qualcosa
di necessario. Come " vitale", sebbene " tragico" è il rapporto
con Bill Morrow, il pittore che la scrittrice incontra a New
York durante il viaggio americano del 1959; talmente vitale che
alla morte precoce di Morrow nell'aprile 1962, Morante entra
in un lutto " lungo e disperato". Qui avviene la frattura
decisiva per la coppia: la speranza sempre vanificata di un
ritorno alla normalità, si infrange irrimediabilmente in questo
momento di dolore assoluto che determina una svolta nel
percorso umano e artistico di Morante, chiusa nel silenzio.
Scrive Moravia dall' Africa, il 4 gennaio 1963:
" Ieri ho sognato che volevo vederti in una casa piena di gente
e che questa gente voleva impedirmi di vederti. Poi ti
incontravo e tu eri tanto dolce e ragionevole e amica e io
ero meravigliato "
Al rientro in Italia, dopo aver constatato che la vita insieme si
era letteralmente disfatta, lo scrittore si trasferisce nella casa di
Lungotevere della Vittoria, pronto a cominciare insieme a Dacia
Maraini un'altra fase della vita, incontro ad un diverso modo di
viaggiare, nella quotidianità e nel mondo. (...)
Alessandra Grandelis da Prefazione a Quando verrai sarò quasi felice
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Rapporto pazzesco tra Moravia e Morante. Due immense personalità in bilico tra amore e odio, invidia e gelosia.. ma a mio avviso lei batte lui.
RispondiEliminaVita difficile fra giganti : è davvero possibile un rapporto sereno quando si pratica la stessa arte ?
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