lunedì 28 agosto 2017

REATO DI VITA ( Alda Merini ) 3



IL PORTINAIO

(...) Da adolescente avrei voluto degli altri genitori e anche
      Manganelli la pensava come me. Forse eravamo  enfants
       maudits , figli maledetti, cioè poeti.
      Quell'arco tentacolare, quell'abominevole Edgar Allan Poe che
      era stato sia in me che in Magrelli, si mostrò qual era: il vero
      inferno della mente.Quindi il Portinaio, da presenza metafisica,
      diventerà poi anche presenza reale. Il Portinaio in questione
      era il Manicomio e anche personaggio di questi racconti del
     " durante l'elettrochoc " che forse non riuscirò mai a raccontare
       Vedere il portinaio reale è come accantonare le memorie più
       belle e più vive dell'esistenza per far posto alle brutture. E
       l'araba fenice che rinasce in me ogni mattina non poteva che
       inventare il Delirio Amoroso . Ho durato fatica in tutti
       questi anni a cercare di capire se il Portinaio intrigante e
       padre R. avessero visitato il mio corpo oltre che la mia mente,
       ma non ho avuto risposte soddisfacenti, solo derisioni e
       ammiccamenti. E così bianco e nero, giorno e notte, riposo e
       tortura sono l'alternativa di quella che viene chiamata
       schizofrenia. E non è vero che la schizofrenia genera arte, la
       schizofrenia è un baratro ed è una crepa simultanea  tra
       omertà e intelligenza. C'è un silenzio voluto nell'anima che non
       confessa neanche a noi i nostri amori e i nostri grandi dolori,
       e su questo doloroso silenzio si instaura vincente ogni
       Portinaio reale, il vero prezzo del manicomio. Quindi abbiamo
       eremiti, selvaggi, pensatori, ma soprattutto abbiamo preghiere
       non dette, non recitate e pensieri inconfessati. (...)


           Alda Merini   da   Reato di vita  ( Autobiografia e poesia )

Nessun commento:

Posta un commento