Il corpo è definito dall'insieme dei rapporti che lo compongono.
(...) Se vi considerati affetti da tristezza, credo che siate fottuti. Non
vedete via d'uscita semplicemente perché i rapporti dei corpi
che vi affettano di tristezza non convengono in nessun modo
con i vostri. Non potrà formarsi nessuna nozione comune. Non
formandosi nessuna nozione comune, aumenterà la separazione
che a sua volta aumenterà la tristezza che a sua volta sottrarrà
potenza di agire. Spinoza ci rivela una cosa molto semplice:
la tristezza non rende mai intelligenti. Essere tristi significa
essere fottuti. Per questo i potenti hanno bisogno della
tristezza degli assoggettati. Cultura e intelligenza non hanno
mai tratto giovamento dall'angoscia. Finchè avrete affetti tristi,
state subendo l'azione di corpi o anime che non convengono
con voi. (...)
(...) Gli affetti gioiosi sono come trampolini: possono far superare
di slancio cose che, quando si è tristi, sembrerebbero
insuperabili. Spingono a formare idee comuni tra i corpi. Ci
si può riuscire o meno, ma quando funziona, l'intelligenza
aumenta. C'è qualcuno che quando è innamorato, addirittura
migliora in latino! E' successo anche in questi seminari.
Da che dipende? Come si fanno i progressi? Certo essi non
hanno mai un andamento lineare. Una cosa ci fa fare dei
progressi proprio lì, in un punto specifico. Una piccola gioia
locale ci ha fatto fare uno scatto in avanti. Ancora una volta
ci serve una mappa: in che punto quel quid mi ha sbloccato?
Una piccola gioia ci proietta in un nuovo universo di idee
concrete. Esse lottano contro gli affetti tristi e li spazzano via
(...).
Gilles Deleuze da Cosa può un corpo. Lezioni su Spinoza
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