giovedì 13 luglio 2017
IL DIARIO DIPINTO ( Frida Kahlo )
(...)Percorrere il diario di Frida Kahlo è un atto di trasgressione,
un'impresa irrimediabilmente carica di voyeurismo. L' opera è
un'espressione profondamente privata dei suoi sentimenti e non
fu mai concepita per il pubblico. Appartiene al genere del diario
intimo, una memoria privata scritta da una donna per se stessa.
Le motivazioni e le finalità di un diario sono sconcertanti e
talvolta paradossali. E' davvero un'autobiografia o si trasforma
venendo alla luce? Mantiene la sua integrità quando è letto da
altri o viene pubblicato? Come dovrebbe essere letto un diario
privato di una donna e - più in generale - cosa si può
apprendere da Kahlo leggendo il suo diario?
Storicamente i diaristi, uomini e donne , hanno fatto la cronaca
delle loro vite forgiate dai loro tempi o da particolari eventi
storici. Viceversa, il tema dominante del diario intimo, e in
particolare di questo, è la persona dell'autore. L'obiettivo non
è tanto la comunicazione, quanto il negoziare il suo rapporto
con se stessa, e così l'enigma " perché scrivere se nessun altro
leggera? " è in parte risolto.
Se lo si vede come un diario intimo, allora i circa 55
autoritratti ( quasi un terzo dell'intera opera ), diretti al
consumo pubblico, si possono considerare un'autobiografia,
Negli autoritratti voluti, Kahlo si dispone in una varietà di pose,
creando un personaggio artistico con in mente il pubblico.
I dipinti sono provocatori e aggressivamente audaci sia nel
soggetto sia nel contenuto e negli intenti. Prima di lei, l'arte
occidentale non era abituata a immagini di nascite o aborti,
autoritratti doppi con organi interni visibili, come temi dell'arte
" elevata".
Nessuno mette in dubbio la capacità di Rembrandt di
trasmettere l'angoscia di un artista che invecchia di fronte alla
morte, o il potere di un autoritratto di Van Gogh di esprimere
il tormento di un artista isolato e incompreso. Questi sentimenti
sono considerati propri di tutta l'umanità. Kahlo dipingeva i
suoi stati psichici in modo ostentato e qualche volta irriverente,
ma il suo lavoro era considerato talmente personale e
soggettivo da essere incapace di esprimere emozioni universali
o la condizione umana. Con il tempo, i suoi autoritratti, pur
continuando a suscitare turbamento, hanno superato alcuni
pregiudizi contro le donne che dipingevano le loro vite.
Eppure, c'è un misterioso riserbo negli autoritratti di Kahlo, un'
insincerità, un'omissione in quasi ognuno di essi. Si dichiarava
la gran ocultadora e i tratti di quel viso simile a una
maschera, rivelano spesso uno straordinario autocontrollo.
La " pura" rivelazione era poi impedita dal fatto che Kahlo era
una pittrice lenta e le sue tele erano mediate dal tempo e dalla
contemplazione. Al contrario, le annotazioni del diario, tanto i
passi scritti quanto i disegni, posseggono l'immediatezza delle
sensazioni di prima mano trascritte e registrate, in un' apertura
che mancava nei dipinti.
La presenza di illustrazioni lo rende quasi unico tra i diari
intimi. Tuttavia si distacca dai tipici album degli artisti, che
raccolgono di solito disegni preparatori o stesure in piccoli
formati per lavori più grandi. Solo una volta Kahlo trasformò
un disegno a inchiostro del diario in un grande dipinto. E, a
differenza dei diari intimi classici, Kahlo non si sofferma sugli
eventi quotidiani e usa il diario ( come faceva Virginia Woolf)
come ricettacolo di sentimenti ( e immagini ) che non si
adattavano altrove. Ci accosteremo dunque a queste pagine
con la trepidazione che esse richiedono: quello che qui Kahlo
dipinge, con colore e linee, con prosa e poesia, è un ritratto
d'artista senza maschera. (...)
Sarah M. Lowe da Il Diario di Frida Kahlo ( Autoritratto intimo)
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Sì, nel Diario c'è una forza e un'immediatezza che nei classici dipinti non si ritrova, o comunque è in misura minore. Nel Diario Frida Kahlo è davvero senza maschera e proprio per questo accostarsi ad un documento così richiede, come dice il testo, "trepidazione"...
RispondiEliminaGrazie!!!
Devo dire che non è stato un lavoro facile mettere insieme - nella grande varierà degli stimoli offerti dal Diario - brani dando loro un'impronta per cui non apparissero slegati e frammentari, ma consequenziali secondo un " disegno" preciso. E per fare un lavoro più accurato ho dovuto mettere mano anche alla traduzione.
RispondiEliminaTutto sommato però mi sembra che il lavoro abbia conseguito una certa originalità e che possa creare in chi legge una sorta di curiosità per un documento " nuovo". In effetti Il Diario, prima di essere dato alle stampe, nel 2014, è stazionato per circa mezzo secolo negli archivi di Stato messicani.
E sarebbe stato un vero peccato che un documento così importante per una maggior comprensione di quella grande artista che fu Frida Kahlo
rimanesse sconosciuto a chi ama l'arte e la pittura. Ma non solo. Perché
- come giustamente commenta la curatrice del testo - Sarah Lowe, Kalo fu anche un grande personaggio e una donna straordinaria. Anche nei suoi eccessi.
Un grazie a te per la visita e il commento.