giovedì 27 luglio 2017
CENTAURI 1
(...) Oggi lo stupro collettivo è sempre considerato un crimine,
diversamente dalle epoche in cui , nel " diritto di saccheggio "
era un'eccezione tollerata.
Ci si aspetterebbe perciò che questo lo renda un evento sempre
più remoto: invece esso ritorna in forma incontrollata nella
modernità e in Europa. Poi, dopo la seconda guerra mondiale,
sembra trasformarsi in epidemia ricorrente, soprattutto ai
margini del mondo occidentale e delle sue ex colonie. Divampa
rapidissimo in occasioni di guerre, ma spesso si radica in
perversioni croniche anche quando è tornata la pace.
E non si tratta della semplice somma di violenze individuali. Lo
stupratore singolo ha una personalità chiaramente patologica,
è consapevole di commettere un crimine e cerca di nascondersi.
Lo stupro di gruppo è invece una sindrome collettiva orgiastica
che rimuove o elimina i sensi di colpa. Chi non partecipa è
deriso o guardato con sospetto e può addirittura provare la
sensazione di essere anormale. Propriamente parlando,
patologico non è l'individuo, ma l'insieme in cui è inserito, la
mente collettiva da cui la sua psiche è sballottata, piccola
scialuppa in un'immensa tempesta.
Questa possessione di gruppo è la sorprendente ricomparsa di
un mito classico nel cuore della modernità: quella dei Centauri
Per il centauro non esisteva differenza tra la vita sessuale e
violenza sessuale: erano una cosa sola, la vera forma di
sessualità era lo stupro. Per il centauro non esisteva neppure
la differenza tra guerra e violenza orgiastica sulle donne:
erano una sola cosa, la sola forma di lotta era quella
accompagnata da ebbrezza collettiva e stupro. Per questa
estasi perversa si può quindi usare il nome di " centaurismo".
(...).
Luigi Zoja da Centauri ( Alle radici della violenza maschile)
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