giovedì 27 luglio 2017
CENTAURI 2
(...) Lungo l'evoluzione naturale, l'identità femminile è
relativamente stabile: così, quando comincia ad apparire una
società non più animale, ma umana, nelle femmine, biologia e
cultura si fondono in un ruolo collaudato e poco
contraddittorio.L' identità maschile che conosciamo è invece
ben più recente, legata alla società e alla Storia. E come tale è
molto meno definitiva e assai più fragile. Uno dei motivi che
può aver portato al dominio maschile è il bisogno di negare
questa precarietà e di riorganizzarla, dandole l'apparenza di
una solida superiorità che esiste da sempre.
Nella scala evolutiva, giunti ai mammiferi, le femmine evolvono
verso una cura e un'educazione dei piccoli sempre più
complessa; i maschi - invece - si limitano a competere fra loro
per l'accoppiamento. Anche negli animali più vicini a noi - le
grandi scimmie - le femmine hanno un ruolo intrecciato di
compagne, di madri, e perfino di educatrici; invece, per il
maschio, a decidere i rapporti è soprattutto la lotta con gli
altri maschi. Può rimanere nel tempo con alcune femmine ( in
genere non è monogamico ) e con i rispettivi piccoli, ma l'
origine di ciò non sta in legami di coppia o di paternità, bensì
nelle vittorie sugli altri maschi, che gli hanno permesso di
salire a questa posizione sociale. Solo presso i nostri antenati
più diretti si formano famiglie relativamente stabili e
monogamiche, dove anche i maschi assumono una
responsabilità verso i figli. Dunque, nella donna l'identità
femminile e quella materna hanno un rapporto dialettico e in
buona parte armonioso lungo tutta la scala evolutiva che ha
portato dall'animale all'essere umano. Invece nell'uomo, il
padre e il maschio ( animale ) sono due polarità recenti, in
equilibrio precario l'una sopra l'altra . (...)
Luigi Zoja da Centauri ( Alle radici della violenza maschile)
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