sabato 17 novembre 2018
NON POSSO TRADURRE IL MIO CUORE ( Tagore & V. Ocampo ) 3
Rabindranath Tagore a Victoria Ocampo
27 Febbraio 1925
(…) Cara Vijaya, ( Vittoria in bengali )
ci sono animali che si fingono morti per salvarsi da un pericolo
mortale. I medici mi hanno raccomandato di seguire il loro
esempio e di non muovermi mai, di non parlare mai, di non
incontrare mai gente - insomma, di comportarmi in tutto e per
tutto come se fossi morto. Perciò dovrò arrendermi
completamente alla vostra comoda poltrona che mi ha seguito
da una sponda all'altra.Con gretta cura risparmierò così le mie
energie fin quando lascerò l' India per l' Italia il primo maggio
prossimo. Mi hanno prenotato la cabina sul Cracovia, la stessa
imbarcazione che mi ha portato in India. Spero che per quella
data avrò abbastanza forza per attuare il mio proposito e
partire per il Paese in cui la gente mi aspetta con tutta la
ricchezza del suo benvenuto.L'altro giorno ho avuto un incontro
con una francese straordinaria che ha viaggiato in Tibet per
diversi anni ed è riuscita ad amarne il popolo. L'ho indirizzata
a voi e probabilmente riceverete una sua lettera.
Scrivo questa contro il divieto del medico che mi ha
raccomandato di mantenere la posizione reclinata su una
poltrona comoda e di non sedermi mai alla scrivania per
scrivere alcunché. Dettare mi è permesso, ma affronto il rischio
di scrivervi personalmente e di perdere molto più in fretta una
frazione della mia vitalità piuttosto che mandarvi il mio
messaggio tramite la grafia di qualcun altro.
Il mio bhalobasa
Rabindranath (…)
Rabindranath Tagore & Victoria Ocampo da Non posso tradurre il mio cuore ( Lettere 1924- 1940 )
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Il tempo è avverso a questa relazione, lei sprigiona vita correndo illuminata dal sole verso l'amore, mentre lui è sul viale del tramonto con l'eco lontano dei ricordi
RispondiEliminaProprio così.
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