martedì 3 dicembre 2019

LETTERE D'AMORE ( G.Gozzano & A. Guglielminetti ) 2

 
 

                       La tua bellezza arresterebbe di troppo il mio passo tranquillo…


30 Marzo 1908

Rileggo ogni giorno la tua lettera, mia buona Amalia, con una grande malinconia. E indugio nella risposta, preso da un'indolenza dolorosa: forse perché non so bene come dirti…
Da molti giorni sono in casa e ho l'anima morbosamente assopita, incerta di tutto come in un sogno. Penso a tante cose, soprattutto a venire; e penso anche a te, con molta tenerezza e con grande serenità. Sento in fondo all'anima una specie di fiera tristezza, per aver saputo essere crudele con me e forse - perdonami - anche un po' con te… Io provo una soddisfazione speciale quando rifiuto qualche bella felicità che m'offre il Destino.
E quale felicità, Amica mia !
Il nostro amore che sarebbe fiorito con tutti i fiori della primavera torinese ! ( così dolce come l'esule che ritorna ! ), anche la stagione sarebbe stata propizia alla nostra follia ! E quanti mesi di serenità, di sole, di profumi! E quanti sogni! Avremmo voluto  pellegrinare la nostra passione in tutti i dintorni favorevoli al sentimento : quanti sogni! Io li ho già sognati tutti e ti ho vista in tutti: con a sfondo i paesi sconosciuti, le viuzze di provincia dove si sarebbe delineata al mio fianco la tua svelta parigina figura primaverile. Io non vedrò le tue vesti nuove: sarò lontano, solo, con la mia ambizione taciturna: una compagna ben più crudele della tua malinconia… Perché non confessartelo, mia buona sorella ?
L'ambizione, da qualche tempo, mi artiglia in modo atroce.
Non sento, non vedo, non godo, non soffro di altro. Come puoi tu, che pure hai tra le mani i germi di mille speranze e segni la stessa mia vita, come puoi rivolgere ancora le forze della tua giovinezza verso altri destini ? Per me - camminando diritto - con l'occhio fisso alla mia meta lontana ( o quanto ! ) tutto è secondario e trascurabile: gioie e dolori, tutto, perfino la tua bellezza sulla quale mi sono chinato un istante come su un fiore, al margine del sentiero, ma dalla quale mi separo tosto perché arresterebbe di troppo il mio passo tranquillo…

                                                                               continuazione...


Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti   da     Lettere d'amore



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