lunedì 16 dicembre 2019

D'AMORE. DI RABBIA. DI TE 3

 
 


                          Non sono venuta a cercarti: sono venuta a prenderti...

                        
Mi piacerebbe sapere
da quanto tempo
tu e il mio cuore
cospirate un amore
alle mie spalle.


?

Ho passato giorni
senza riuscire a scrivere.
Credendo di aver perso l'equilibrio delle parole.
Delle labbra.
Delle mani.
Immaginandomi pioggia
desiderando il sole.
Poi d'improvviso sei ritornata tu.
Mi hai detto ( ma forse l'ho solo immaginato)
- Senti, ma non è ora di scrivermi una bella poesia d'amore.
E io ho risposto ( e questo potrei giurarlo d'averlo fatto ad alta voce)
- Mi sa che mi hai lasciato due anni e mezzo fa. Cazzo, cosa vuoi ancora da me?
Sempre tu hai continuato.
- E' vero, hai ragione. Ma sei così bello quando scrivi d'amore.
Improvvisamente diventi serio e ogni tanto - quando la penna si ferma - ti si sente respirare l'anima.
Ho aperto il frigo : non c'eri.
Spalancato l'armadio : non c'eri.
Ho guardato la luna : non c'eri.
Ho fatto un check nella tazza del cesso. Ché non si sa mai : non c'eri.
- Ci sei ancora ? -  ho chiesto.
Non c'eri.
Vorrei che mi vedessi adesso
a gambe incrociate
seduto sul sagrato
del mio cuore.
Felice per una volta
di essere salvato da te
che sei nella mia penna
e mi sorridi
e ti sommi
alla nudità dell'inchiostro.
Non sono venuta
a cercarti.
Sono venuta  a prenderti.
Ricordo solo questo.
Ma in quell'istante
forse
vaneggiavo.
Esistono dolori
a tiratura limitata
come quei dischi
d'una volta
che li senti gracchiare
e un po'
ti viene voglia di piangere
un po'
ti vien voglia
di ballare.


                                        ***

ASCOLTAMI

Ho amato,
e sono stato solo
per tutta la vita come una pietra ruzzolante,
per arrivare a me.
Sono stato benedetto
e sono stato maledetto;
porto negli occhi tutto il fuoco che ho camminato,
e tutte le bugie che ho detto,
solo per arrivare a me.
Ti ho vista allontanarti di notte, su un asfalto dolce di cielo nero, ma sono arrivato solo un attimo in ritardo, ed era già mattina.
Ti ho vista versare una sola lacrima, ma la pioggia me l'ha portata via.
Quel giorno avrei voluto più d'ogni altro mondo poter arrivare a te.
Ma son fuggito via.
E sono tornato a casa con le ossa rotte, ché ci si salva solo così, e sono stato ad ascoltarmi piangere per ore, dentro stanze pericolose: le mie parole hanno fatto luce, e c'era anche il tuo nome.
Sono stato tra genti d'ogni razza
per cercare un posto che si chiamasse casa;
e ho avuto spesso torto e quasi mai ragione;
ho provato a smettere di bere, scrivendo poesie,
e a ricominciare,
e sono stato bene…
(…)
e sono stato male.


                                         ***

IL CONFINE DEI SOGNI

Ho fatto un sogno, questa notte.
Avevo freddo. Forse era già mattina.
Ti stringevo così forte che quasi pensavo di avercela fatta.
Finivamo per sorridere.
Ma il confine del sogno è l'esatta metà della ragione..
E forse siamo finiti nella metà sbagliata.
Non so tu, ma io da questa parte ancora sorrido.
E ho ancora freddo.


                                         ***

IL TUO CAPPELLO VUOTO

Proprio oggi
che ho messo su
qualche ricordo magro
e giro a cuore nudo.
Proprio oggi
che non ho voglia
di ascoltare niente
né di incontrare nessuno.
Proprio oggi
che asciugo gli occhi
dal ricordo
e invece di vestire rabbia
coltivo resilienza.
Proprio oggi
che indosso
il tuo cappello vuoto
per farmi compagnia.
Proprio oggi
il tuo pensiero
è pioggia dolce
che sa di poesia.


                                        ***

L'UNICA STRADA CHE POSSO

Per giungergli al cuore - mi dissero -
sarei dovuta essere me stessa.
E nient'altro.
Ma io ero pioggia, terra, asfalto.
Impronta. Vento.
Lo sono sempre stata.
Cercavo un luogo assolutamente vivo dove poter raccontare la mia storia.
Un'esigenza che tanti chiamano amore, ma che io riconosco col mio nome.
Entrare in un cuore non per scappare ma per restarci.
Questo era ciò che volevo.



    Andrew  Faber    da    D' amore. Di rabbia. Di te



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