Diego visto da Frida
(…) Ma gli insulti e gli attacchi non condizionano Diego. Fanno
parte dei fenomeni sociali di un mondo in decadenza, nient'altro.
La vita intera continua interessarlo, a meravigliarlo con i suoi
mutamenti, e tutto lo sorprende con la sua bellezza, ma niente lo
delude o lo intimidisce perché conosce il meccanismo dialettico
dei fenomeni e degli eventi. Osservatore acutissimo, è riuscito ad
accumulare un'esperienza che, unita alla sua conoscenza - direi
intima - delle cose e alla sua immensa cultura, gli permette di
decifrare le cause. Come un chirurgo, apre per vedere, per
scoprire il lato più profondo e nascosto e ottiene qualcosa di
sicuro, di positivo, in grado di migliorare le condizioni e il
funzionamento degli organismi. Per questo Diego non è né
disfattista né triste. E' - fondamentalmente - un indagatore, un
costruttore ma, soprattutto, un architetto. E' architetto nella sua
pittura,nel suo modo di pensare e nel suo desiderio appassionato
di organizzare una società armonica, funzionale e solida.
Compone utilizzando sempre elementi precisi e matematici. E se
la sua composizione può essere un quadro, una casa o un
ragionamento, il suo fondamento è sempre la realtà. La poesia
delle sue opere è la poesia dei numeri,delle fonti vive della storia.
Le sue leggi, le leggi fisiche e stabili che regolano la vita intera
degli atomi o dei soli. Prova magnifica del suo genio di
architetto sono i suoi murales che si legano e vivono con l'edificio
stesso, con la loro funzione materiale e organizzata. (…)
Lettere appassionate di Frida Kahlo
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