giovedì 19 dicembre 2019

LE NUOVE EROIDI 3



(…) E così, vedete - ho istigato vostro padre all'omicidio. L'ho
       manipolato, ho manipolato lui e la Nutrice per salvarmi. E,
       come vedete, non solo davanti al cielo, ma anche davanti alla
       legge : la vera omicida sono io.
       Quando sapranno tutto, quando leggeranno questa lettera,
       vostro padre sarà libero. Libero di amarvi, di essere amato dai
       suoi figli. La libertà non può cancellare il dolore. Vostro padre
       non mi perdonerà maidi aver ucciso il sangue del suo sangue.
       Non si perdonerà mai di aver conosciuto me. La libertà non
       cancella il dolore,ma la verità è splendente come l'oro: la vedo
      qui davanti a me, ora,nelle mie dita che scrivono,nei miei occhi
      che leggono ciò che sto scrivendo.
      La verità di vostra madre,non la salvezza di vostra madre - l'ho
      capito - vi renderà liberi. La verità di vostra madre vi potrà -
      forse,  un giorno - riconciliare con la rabbia, col dolore.
      Sono stata una madre sbagliata, la peggiore delle madri, ma vi
     ho detto la verità perché la memoria di Ipponatte trovasse pace,
     perché vostro padre sapesse che suo figlio era innocente, perché
   voi viveste sapendo che chi ha sbagliato può tentare di redimersi.
   Permettetemi di parlare per un momento a chi deciderà del
   destino di vostro padre : signor giudice, io mi appello alla sua
   clemenza con tutta la forza, ma anche la sincerità che ho.
   Vedo che Teseo è una vittima quanto è vittima suo figlio di una
   donna capace soltanto di seminare morte, come sono io. Dalle
   labbra della Nutrice - per mia sobillazione - ho udito racconti
   orribili, i peggiori racconti possibili sull'aberrazione di suo
   figlio, sulla barbarie di suo figlio. Racconti tali che nessuno
   potrebbe perdonare. Racconti che rendono folli di dolore. Lo
   liberi anche lei, come sto provando a liberarlo io, lo assolva
   perché non è colpevole, perché l'unica assassina sono io.
   Restituisca un padre ai suoi figli, perché possano dimenticare
   insieme che io sono esistita.
   Vi prego, signor giudice, vi prego mio giudice…




                       Antonella  Lattanzi   da    Le nuove Eroidi

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