" Il chiodo fisso " di Frida
(…) Le radici profonde, le influenze esterne e le cause reali che
hanno determinato l'ineguagliabile personalità di Diego, sono
così vaste e complesse che le mie osservazioni saranno piccoli
germogli negli innumerevoli rami dell'albero gigantesco che è
Diego. Sono tra le linee principali, o direttrici che considero
essenziali nel suo ritratto: la prima è il fatto di essere un
combattente rivoluzionario fedele,dinamico, straordinariamente
sensibile e vitale; lavoratore infaticabile nella sua arte - che
conosce come pochi pittori al mondo - eccezionalmente
entusiasta della vita e, al tempo stesso, scontento per non essere
riuscito a conoscere di più, costruire di più, dipingere di più.
La seconda consiste nell'essere un eterno curioso,un indagatore
instancabile di tutto, e la terza risiede nella sua mancanza
assoluta di pregiudizi e dunque di fede perché Diego - come
Montaigne - riconosce che " là dove finisce il dubbio inizia la
stupidità " e colui che ha fede in qualcosa ammette la propria
sottomissione incondizionata, che lo priva della libertà di
analizzare o di modificare il corso degli eventi. Per la sua
consapevolezza della realtà, Diego è un ribelle, e per la sua
perfetta conoscenza della dialettica materialista della vita è
un rivoluzionario. Da questo triangolo, su cui si elabora la
maggior parte delle caratteristiche di Diego, si sprigiona una
sorta di atmosfera che avvolge tutto. Questa atmosfera mobile è
l'amore, ma l'amore inteso come struttura complessiva, come
movimento costruttore di bellezza. Io immagino che il mondo in
cui Diego vorrebbe vivere sia una gran festa a cui partecipano
tutti gli esseri, dagli uomini alle pietre, dai soli alle ombre; tutti
contribuirebbero con la propria bellezza, con il proprio
potenziale creativo. Una festa della forma, del colore, del
movimento, del suono, dell'intelligenza, della conoscenza, dell'
emozione. Una festa sferica, intelligente e amorosa che ricopra
l'intera superficie della Terra. (…)
Lettere appassionate di Frida Kahlo
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