Ancora, Onnipotente, ecco ti prego.
Come si spegne trasformando il giorno,
io sono tutto una ferita; un orfano;
un esule dal mondo, estraneo e solo...
E stanno intorno a me - mute - le cose
siccome chiostri in cui mi sento chiuso.
Ho bisogno di Te, che sei partecipe
di ogni tormento mio, compagno dolce
d'ogni mia pena, fratello solo.
Ho bisogno di Te come del pane!
Spegnimi gli occhi, e io ti vedo ancora;
rendimi sordo, e sento la tua voce;
mozzami i piedi e corro la tua strada;
senza favella , a Te scioglierei preghiere.
Dirompimi le braccia ed io ti stringo
col cuore mio, fatto - repente - manto.
Se fermi il cuore, batte il mio cervello;
ardi anche questo: e il mio sangue - allora-
Ti accoglierà, Signore, in ogni stilla.
Apparso Tu mi sei, Dio senza fine!
E io t'amo siccome un figlio
che fuggito mi fosse ancor bambino,
chiamato dalla sorte sovra un trono
innanzi al quale l'universo mondo
come unica valle si distende.
Rainer Maria Rilke da Poesie
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