(...) La lingua medica è distante. Ho bisogno di tradurre quello che accade al mio corpo in parole che identifichino i miei timori, oltre alle mie lesioni. La lingua della scienza non coincide con l'esperienza del mio corpo.
L'ho detto a S., la dottoressa dell'ospedale.
S. ha detto che la relazione verbale col paziente è più semplice perché le disabilità sono assai meno probabili. Ha aggiunto che il medico cerca di intercettare le paure che ha di fronte e decodificare il paziente prima di modellare la lingua medica su di lui. Anche se la lingua non viene sempre loro incontro.
In sostanza : nessuno ti allarma. Ma nessuno - nemmeno - ti prepara. (...)
Francesca Mannocchi da Bianco è il colore del danno
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