sabato 9 ottobre 2021

LA CHIMERA DI ANSELMO

 


                                                          " In se stessa la giovinezza non è se non un prestito provvidenziale che tocca naturalmente restituire " . ( E. Zolla )




Anselmo pensa spesso e volentieri

la donna perfetta e senza macchia

che sognava da giovane d'amare:

che l'avesse incontrata per la via

una placida mattina di Settembre

o in una sera ventosa di Gennaio,

sarebbe stata lei, tutta la vita!

Sarebbe stata di certo una straniera

( sì, forse qualcuna d'orientale )

e sarebbe stata familiare

familiarissima quale una sorella,

di modo - lui credeva - che il piacere

fosse discorde e doppio di natura:

vaghissimo per l'estrema lontananza,

incestuoso per la vicinanza

( come , d'altronde, si narra degli dei

così proclivi a far l'amor con tutte ).


Poi pensa il declinar della chimera

( dice proprio così, come un pagliaccio )

e si ripassa le donne che ha incontrato

( quelle di carni, di vesti, di profumi )

e comprende - meglio di Hegel, meglio di Plotino -

cosa sia Vita, cosa essere- tempo.

Pensa - ora che sa cos'è la donna -

cosa sia donna e cosa giovinezza,

e cosa - frutto di donna - frutto umano:

pensa un paniere di frutta che marcisce.


" Caro - lui scrive - si paga ciò che scorre;

carissimo il miraggio che è creduto,

che per anni e per notti fu compagno

d'ogni mia pena e d'ogni mio sorriso :

candido, soffice, dolce a mente e tatto.

Mi parve facile avere donna bella

e donna buona accanto, per la vita,

e - invero - cosa più difficile non c'è !

Nulla, al confronto, giungere su Marte,

nulla le guerre di Cesare ed Augusto,

nulla la gloria toccata al " Bonaparte! "


Quindi, appagato d'aver composto in rima

passa di lato, da amore ad amistà...

Passa di lato, scende d'un gradino

ed Anselmo però sdrucciola lo stesso:

pensava d'avere un vero amico

- roba di trenta, quarant'anni fa -

ed ora che sa che amici non ne ha :

non era allora e ancora meno adesso:

oh, qualcuno che si conosce da bambino

e viene su e cresce insieme a te

e ci si vede (nei giochi, alle lezioni )

e si confida ( la pena e l'emozione)

e poi si fa spartito nella vita

( musica insieme, violino e pianoforte )

e - se pensi a vecchiezza - te lo pensi

anche lui vecchio, cisterna di sconforti,

e - se vedi la morte - te lo vedi

che è lì vicino, tra letto e comodino,

a darti mano, a dirti qualche cosa

che ormai non senti perché sei oltre- udito

ma muori forte perché hai avuto Amico!...


Chi avrebbe detto che fosse tutto un falso:

perfino amico valeva una chimera,

era una fola, castello fatto apposta

per essere raso a terra dalla vita:

appena tu maturi e il mondo è marcio.



          Daniele  Gorret   da     Quaranta citazioni di Anselmo Secòs




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