" In se stessa la giovinezza non è se non un prestito provvidenziale che tocca naturalmente restituire " . ( E. Zolla )
Anselmo pensa spesso e volentieri
la donna perfetta e senza macchia
che sognava da giovane d'amare:
che l'avesse incontrata per la via
una placida mattina di Settembre
o in una sera ventosa di Gennaio,
sarebbe stata lei, tutta la vita!
Sarebbe stata di certo una straniera
( sì, forse qualcuna d'orientale )
e sarebbe stata familiare
familiarissima quale una sorella,
di modo - lui credeva - che il piacere
fosse discorde e doppio di natura:
vaghissimo per l'estrema lontananza,
incestuoso per la vicinanza
( come , d'altronde, si narra degli dei
così proclivi a far l'amor con tutte ).
Poi pensa il declinar della chimera
( dice proprio così, come un pagliaccio )
e si ripassa le donne che ha incontrato
( quelle di carni, di vesti, di profumi )
e comprende - meglio di Hegel, meglio di Plotino -
cosa sia Vita, cosa essere- tempo.
Pensa - ora che sa cos'è la donna -
cosa sia donna e cosa giovinezza,
e cosa - frutto di donna - frutto umano:
pensa un paniere di frutta che marcisce.
" Caro - lui scrive - si paga ciò che scorre;
carissimo il miraggio che è creduto,
che per anni e per notti fu compagno
d'ogni mia pena e d'ogni mio sorriso :
candido, soffice, dolce a mente e tatto.
Mi parve facile avere donna bella
e donna buona accanto, per la vita,
e - invero - cosa più difficile non c'è !
Nulla, al confronto, giungere su Marte,
nulla le guerre di Cesare ed Augusto,
nulla la gloria toccata al " Bonaparte! "
Quindi, appagato d'aver composto in rima
passa di lato, da amore ad amistà...
Passa di lato, scende d'un gradino
ed Anselmo però sdrucciola lo stesso:
pensava d'avere un vero amico
- roba di trenta, quarant'anni fa -
ed ora che sa che amici non ne ha :
non era allora e ancora meno adesso:
oh, qualcuno che si conosce da bambino
e viene su e cresce insieme a te
e ci si vede (nei giochi, alle lezioni )
e si confida ( la pena e l'emozione)
e poi si fa spartito nella vita
( musica insieme, violino e pianoforte )
e - se pensi a vecchiezza - te lo pensi
anche lui vecchio, cisterna di sconforti,
e - se vedi la morte - te lo vedi
che è lì vicino, tra letto e comodino,
a darti mano, a dirti qualche cosa
che ormai non senti perché sei oltre- udito
ma muori forte perché hai avuto Amico!...
Chi avrebbe detto che fosse tutto un falso:
perfino amico valeva una chimera,
era una fola, castello fatto apposta
per essere raso a terra dalla vita:
appena tu maturi e il mondo è marcio.
Daniele Gorret da Quaranta citazioni di Anselmo Secòs
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