" ... e non ti chiamo per nome / ma ti penso come una cosa buona / e intensa e luminosa e viva / che una sera su un argine s'è accesa ".
I CARDI
perché la luce non sia incerta
questa che ondeggia ai nostri piedi
e il mondo che gira e trema per i cardi
si fermi un istante e possa portarci;
hai visto - amore - distesi sull'erba
due che non siamo, o siamo già stati?
su un dorso di terra prendono aria,
chiamano l'acqua, che possa bagnarli.
***
LA LENZA
guarda la vita che anonima fermenta
il ritmo uguale dei giorni senza meta:
da qui ti parlo, da questa indifferenza
che nel torpore consuma le cose:
le senti in aria, le gemme già esplose,
come chiaro e tremendo il veder incomba?
lo sguardo sbarrato, la bocca aperta,
l'incuria mi ha preso alla sua lenza.
***
LA SCIARA
che tutto questo fosse
uno stare a prestito
dormire presso altri
nella luce serale
tra i canneti roventi
salire per un monte
come a violare un cielo
dove non sei mai andata
che tutto fosse adesso
un attendere il colpo
e nella sabbia nera
lucidarsi il volto
questo e altro non sai
e ti consegni al fuoco
mentre inizi ad essere
quello che non sei mai stata.
***
PASTURA
folaghe e acqua, medaglie nel cielo,
lo stagno si oscura se chiudo gli occhi:
imbiancate dalla lana dei pioppi
le auto ondeggiano nella luce chiara:
la vita che ignota fermenta dai fossi
in un'onda di calore svapora:
gettato come pastura ai pesci
il sonno ci avvolge e impasta la bocca:
muti boccheggiamo alla rinfusa
come anguille nel fitto di una chiusa.
***
... ecco minima cosa spaurita
la luce che ti ferisce è anche gioia
non dimenticarlo, quando vedrai
del bicchiere che colmano i giorni
solo la parte vuota: i contorni
brillano di luce propria, la vita
divide il tuo letto anche quando vai
per una strada umida e ignota.
Italo Testa da L' indifferenza naturale
Nessun commento:
Posta un commento