FRANCI
Ho ancora negli occhi
la piega del tuo ginocchio
quando prendevamo il sole
e la rovere d'oro dello stemma
che portavi al mignolo.
Quando guidavo come una pazza
per farti ridere andando in ospedale
tu dicevi " siamo invincibili" e avevo paura.
Mi hai telefonato per dirmi
che quello sarebbe stato
il tuo ultimo albero di Natale,
con la morte volevi punire
per sempre tua madre.
Ma lei ti ha resa ridicola
davanti a tutti per l'ultima volta
nel letto di morte con il vestito da sposa.
Ricordo che non ce la facevo
a guardarti mentre lei mi tirava.
Mi restano nel soppalco i tuoi diari
che non posso leggere
scritti con la calligrafia rotonda
e il male di frontiera
ricordi di noi ovunque.
La verità è che non riesco a scrivere di te,
che preferisco credere che non siamo mai state
che è stato tutto un incidente, anche conoscerci
su quella spiaggia in Thailandia
e vorrei scappare da questo
ultimo testo di questo doloroso libro.
Ora nelle profondità dei fondali
assecondi l'onda che amavi
diluita come non sei mai stata.
Flaminia Cruciani da Semiotica del male
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