" Incontrare un poeta è sempre un rischio. La poesie è una brutta bestia, contrariamente a quello che si pensa. C' è rischio che la componente narcisistica del poeta pregiudichi l'autenticità e l'umanità di un incontro. Non è il caso di Lucio Toma. Il poeta non soffoca l'uomo, e la poesia non divora la curiosità reciproca di scoprire la storia dell'altro. E già l'incontro - su queste premesse - è un dono. Così come il libro " Strada di Damocle".
Il libro è una raccolta incentrata sul friabile percorso di un equilibrio esistenziale tracciato sullo spartiacque tra la vita e la morte. Una condizione dovuta alle puntuali recrudescenze di una patologia che nega all'autore una vita del tutto normale.
" A gonfie vene" e " Strada di Damocle" sono giochi di parole molto evocativi sullo stato di salute del poeta, stretto tra le maglie delle cure e la precarietà del vivere ogni giorno.
Uno dei temi importanti di questo libro è la percezione resiliente della Bellezza: una bellezza vista con gli occhi e sentita con il cuore di chi vive costantemente la caducità dell'esistenza; occhi e cuore smagati dalla sofferenza, ma rimasti vivi all'interno degli affetti e dell'amore familiare.
" Averti portato sin qui, figliolo,/ non è stato facile. Doverti / lasciare il passo è impervio/ com'era da spavento ogni marciapiede/. Ma questo è il tempo drastico / dello stacco, delle prese / di volo che non finiscono più / tra le mie braccia quando ero/ il tuo mondo, gli occhi / snelli a prevenire ogni inciampo;/ a guardare lontano...// Ora domandi quel che imputi / come colpa del tuo disagio / per l'età che ti serra in un corpetto / prima ancora che tu stringa i denti .// Dimentichi o forse poco sai / pezzo di cuore, da quali attese / notti vieni e di quale fottuta / grazia sei contrappasso. " ( N. Iacovella )
Sono un uomo spericolato, tanto
da essere ancora in vena di rischi:
non me lo dice l'ennesima multa
per eccesso di velocità, piuttosto questo
stare tra il presente e una clessidra:
tra questa penna e un altro giorno
da esistere.
***
STRADA DI DAMOCLE
In una pagina della mia vita
( avevo anni per Dio
da rivedere e correggere )
fui chiamato alle armi,
alla naia di parole
senza capire contro chi dovessi
combattere, chi fosse il nemico.
Fui riformato sulla strada
di Damocle mani in alto
che le domande ammutolivano.
Per la verità è difficile schivare
i giorni che piovono addosso come
proiettili e possono ucciderti
se non vuoi farti ammazzare.
***
AL TRAPIANTATO
E non è di tutti la guerra chimica
che si combatte tra le vene dei giorni
e la corticale del rene.
E' una guerra di resistenza
nel silenzio di una trincea dove
la vince chi si spara proiettili
salvavita da 75 mg due volte al dì
con precisione da cecchino.
Ed è incredibile con quanta faccia
tosta lo stomaco sfidi la morte
per digerire la malasorte.
***
NESSUN VESTITO
Nessun vestito da Zara, neppure
lo svolazzo di una gonna in saldo
ti stava bene quanto il colore
di quel soprabito ( lo ricordo nero
a grandi linee e colori smaltati)
che si offriva in dono al tuo corpo
e faceva gemme dei tuoi occhi.
Per te lo specchio mi parlava...
In via Indipendenza sotto i portici,
dentro il negozio dove più di una maglia
ha indossato la tua pelle
e misurato il calore del tuo sangue,
non hanno colpa le mani
dello stilista che ti ha immaginato
se per una quarantaquattro di taglia
mancante non ti ha portato
all'altare della cassa.
***
VALERIA
con la gioia di vivere
il fiore degli anni
ti proibisco di contare
i giorni alla rovescia alla ripresa
della scuola come fossero
petali da strappare
dalla corolla del calendario
vuoti a perdere
la più crudele delle scadenze.
Che dire delle mie certezze?
Lucio Toma da Strada di Damocle
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