giovedì 12 luglio 2018

STRATAGEMMI DEL DEBOLE

 
 


                                           Ho visto sgorgare l'acqua rovente della terra…


Lì,
in quel mondo che nella nebbia apriva la sua crepa
ho visto sgorgare l'acqua rovente della terra,
il papavero che - docile - al mio tocco si schiudeva,
la lucciola, metafora del tempo.

Lì, già c'eri tu - tremando - ancora senza parole.



                                                                                              ***


PREGHIERA

Per i miei giorni chiedo,
-Signore dei naufragi -
non acqua per la sete, bensì la sete,
non sogni
bensì la voglia di sognare.
Per le notti,
tutta l'oscurità necessaria
per affogare la mia oscurità.


                                                                                                 ***


OFFERTORIO

Come un regalo accetto il tuo silenzio,
con tutto
quel che contiene il suo rigore di roccia.
Con tutte le domande che entrano nel suo cerchio,
il suo graffio, la sua lacrima e il suo ventre
di tamburo che percuoto
e dove solo il colpo risponde.
Come qualcosa che è,
che non può non essere,
accetto il tuo silenzio.
Con tutto quello che ha di risposta,
di grido figurato, d'impotenza,
di parole cucite con lunghi fili falsi.

Perché tutto
quello che un uomo vuole sognare entra nel pugno
serrato del silenzio.

In cambio ti offro
tutto il silenzio che il tuo orecchio esige,
che il tuo cuore vuole
e in punta di piedi
esco da te.
( Io che sempre ho creduto nella parola )


                                                                                          ***
                                   

                                                                     Tutti i giorni del mondo
                                                                     qualcosa di bello finisce

                                                                          ( Iaroslav  Seifert )

QUALCOSA DI BELLO FINISCE

Péntiti:
come a una vecchia stella spossata
la luce ti ha abbandonato. E la creatura
che illuminavi
              ( e che illuminava
i tuoi occhi ciechi alle futili cose
del mondo )

è tornata ad essere mortale.
Ogni cosa riacquista
la sua densità, il suo peso, il suo volume,
quel povero equilibrio che sostiene
il tuo nuovo inverno. Rallégrati.
Le tue viscere ora sono di nuovo le tue viscere
e non crudo alimento d'inquietudine.
Ormai non sei quel dio ebbro e ambiguo
che ti fu dato di essere. Mordi
l'osso che ti danno,
arriva al suo midollo,
raccogli le briciole che la memoria abbandona.



                       Piedad  Bonnet  da     Stratagemmi del debole





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