" Come non amarti - Francesca -"
Per non morire - Francesca -
avresti potuto concederti l'attenuante generica
del livore di un dio perverso
che godeva nell'infliggerti il suo stesso martirio
o scagliarti contro tua madre che ti aveva partorito
bestemmiandone il sorriso.
E invece no.
Francesca non chiedeva sconti di pena
al venditore di lucciole.
Lei scagionava tutti, stringendo fra le sue braccia
- come figlie malate - le loro colpe,
cullandole mentre come demoni
le divoravano il seno e il senno.
Francesca si accartocciava nelle viscere
sgranano rosari infiniti di meaculpa
e andava alla guerra a piedi scalzi
senza uccidere nessuno se non se stessa.
Quando di lei restava solo il sangue tumefatto,
la polvere d'ossa e la follìa liquida negli occhi,
allora Francesca si chiamava fuori offrendo al cielo
un seno imbottito di nuvole sfinite.
A volte si nascondeva come un ragno
nel cuore della terra
e nel buio tesseva sulla pelle una rete
oscura che le imprigionava le membra.
Per non morire - Francesca -
avresti potuto pareggiare il conto e barare
anche tu alle carte, consumando sotto una pioggia
di fiori finti una vendetta dal sapore dolceamaro
come un farmaco salvavita.
E invece no.
Francesca si rifugiava tra le fronde
di un acero
e con le dita piagate intrecciava fango
e miele di parole, sputi e saliva di baci
per farne di nuovo una coppa aperta alle intemperie
e ai sogni spezzati dagli assassini.
E in quel nido di agonia si faceva rondine nuda,
si colmava la gola delle sue stesse piume e serrava
le labbra con l'avorio dei denti,
soffocando e zittendo
le voci di dentro come lupi affamati d'anima.
E quando il suo dolore - ormai arreso - s'accucciava
ai piedi di un gelsomino umido,
allora Francesca tornava a respirare ancora
amore nell'aria.
Per non morire - Francesca -
avresti potuto stringere tra le mani
un'affilata scure o mostrare la ferita aperta
come una rosa tatuata sulla schiena
per poi liberare l'orgoglio dei fianchi.
Per salvarti , lui avrebbe potuto dirti
" Come non amarti Francesca ".
E invece no.
frida
Quanto dolore in questo testo che è quasi un dialogo della protagonista - mai sazia di carità e di speranza - con una parte più profonda di se stessa. Versi efficacissimi ma crudi. Non così invece il brano di musica accompagnato dal bellissimo video che, pur parlando di solitudine, mi risulta più dolce.
RispondiEliminaGrazie!!!
struggente e amara...
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