(…) Il dominio dell'uomo sulla donna si distingue da tutti gli altri
rapporti storici di potere per le sue implicazioni profonde e
contraddittorie. Innanzitutto, la confusione fra amore e
violenza: siamo di fronte a un dominio che nasce e si impone
all'interno di relazioni intime, come la sessualità e la maternità.
Ci sono parentele insospettabili che molti non riconoscono o
che preferiscono ignorare. La più antica e la più duratura è
quella che lega l'amore all'odio, la tenerezza alla rabbia, la
vita alla morte.Si distrugge per conservare,si uccide per troppo
amore, si idealizza per l'appartenenza a un gruppo, una
nazione, una cultura, per differenziarsi da chi ne è fuori, visto
come nemico. In uno dei suoi saggi più famosi - Il disagio
della civiltà - Freud, dopo aver descritto Eros e Thanatos,
amore e morte, come due pulsioni originarie, è costretto a
riconoscere che sono meno polarizzate di quanto sembri.E dove
l'intreccio diventa più sorprendente, è proprio nel rapporto con
l'oggetto d'amore:
" L'uomo non è una creatura mansueta, bisognosa d'amore,
capace - al massimo - di difendersi se viene attaccata, ma
occorre attribuire al suo corredo pulsionale anche una buona
dose di aggressività. Ne consegue che egli vede nel prossimo
non soltanto un eventuale aiuto e oggetto sessuale, ma anche
un invito a sfogare su di lui la propria aggressività, a
sfruttarne la forza lavorativa senza ricompensarlo,ad abusarne
sessualmente senza il suo consenso, a sostituirsi a lui nel
possesso dei suoi beni, a umiliarlo,a farlo soffrire, a torturarlo
e ad ucciderlo ".
Lea Melandri da Amore e violenza ( Il fattore molesto della civiltà )
il pensiero finale è l'esatta descrizione di ciò che accade nel quotidiano, che dovrebbe essere raro, invece...
RispondiEliminaPurtroppo - come diceva Freud- l'uomo non è un essere mansueto.
RispondiEliminaE pur essendo spesso in disaccordo ( sulle teorie psicoanalitiche e anche per motivi personali - si può trovare una sintesi nel blog sull'argomento ), anche Jung riteneva l'uomo vicino a Dio per certi aspetti, ma sottolineava che lo stesso era capace dei più grandi misfatti ( come la Storia ci dimostra ampiamente).
Che fare allora?.Dichiararci - come singoli - impotenti di fronte a una realtà ritenuta ineluttabile?
Ancora Jung invitava a fare perno sull'individuo per un'educazione e un controllo delle pulsioni aggressive, al fine di migliorare la vita stessa delle persone e quella della collettività.
Grazie per l'intervento.