venerdì 20 luglio 2018

BEATA SOLITUDINE ( il potere del silenzio ) 2


(…) Il funerale è il giro di boa con cui l'uomo attiva i meccanismi
       che gli permettono di mantenere vivi i legami che si sono
       vissuti nel mondo e che continuano con le persone che sono
       andate in un altro mondo.
       Che il mondo a cui è destinato il viaggio ( il funerale ) esista
       soltanto nella nostra percezione ( e non esista affatto ), a
       significare un meccanismo di difesa per riparare un dolore o
       un lutto, non è poi così importante. Essenziale è che il mondo,
       che c'è e che forse non c'è, permetta di continuare a vivere
       dentro l'esperienza concreta. L' esserci obiettivamente o l'
       appartenere all'invenzione non cambia sul piano dei legami e
       della loro funzione. Il funerale serve a trasformare una perdita
       in una presenza con caratteristiche nuove e -sotto certi aspetti-
       arricchita del potere che quel legame acquista, poiché il
       viaggio conduce su quella montagna che nel mondo greco
       diventerà l'Olimpo, luogo di morti e di dèi.
       Con l'origine di questo processo che caratterizza l'umano, si
       rinforzano le relazioni e i legami persino con i defunti,e quindi
       con il passato, a sostegno del fatto che non esiste una vita del
       singolo, poiché la vita è legame con l'altro da sé. Non esiste
       un istante in cui si possa identificare la totale autonomia di
       un singolo: dal concepimento alla gestazione, dalla nascita
       alla vita sociale, e perdura anche dopo la morte.
       Uno dei grandi errori della Civiltà Occidentale si lega proprio
       all'insistenza nel voler dare al singolo la dimensione dell'
       essere come ente autonomo in sé concluso.L' Io è la più grande
       delle falsificazioni della condizione umana. Un errore che le
       civiltà che - per contrapposizione - chiamiamo dell' Oriente
       hanno invece evitato in una concezione olistica e del tutto.
       Il termine che definisce meglio la condizione umana è la
       fragilità, che non va confusa con la debolezza, la quale ha
       come antitesi la potenza. La fragilità descrive semplicemente
       l'uomo che ha bisogno dell'altro e - così - la fragilità dell'uno
       insieme a quella dell'altro o degli altri, è la condizione
       necessaria per vivere. Si giunge all'equazione per cui la
       fragilità di un uomo legata alla fragilità di un altro uomo
       rende possibile l'esistenza: attraverso quel legame diventa più
       facile vivere. Se poi questa equazione la si estende
       moltiplicando i legami, si giunge a una moltitudine di fragilità
       singole che - unite - porterebbero all'espressione più alta
       della vita umana, sia pure sempre all'insegna della fragilità.
       (…)


   Vittorino Andreoli  da  Beata solitudine ( il potere del silenzio )

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