Così fu quell'amore dal mancato finale...
(…) Le donne delle canzoni di Fabrizio De André sono nomi che
ciascuno ha pensato di sapere a memoria, di conoscere alla
perfezione - intendo dire - per averle portate nella sua vita a
spiegare, consolare, illuminare un momento. Proprio quel
momento, che pensavi fosse una storia solo tua, e invece
guarda: lui la sapeva.Nina, Ninetta, Teresa, Fernanda, Maria
e la moglie di Anselmo - persino - Bocca di Rosa e Marinella,
certo. Disegnano un mondo, tutte insieme. Forse disegnano
" il " mondo. Tuttavia, quando abbiamo provato a raccontare
la fiaba che le tenesse insieme - così, per gioco: per vedere se
dentro la fiaba ci entrasse proprio tutto il mondo, o qualcosa
di meno, o qualcosa di più - ci è venuta la voglia, il desiderio e
il bisogno di liberarle dalla canzone. Erano lì ferme in un
verso - spillo, farfalle di una rima. Una ragazza irriverente,
una che semina il grano, una che non lo amava niente, e
Suzanne ti dà la mano. Questa è la tua canzone, Marinella.
D'accordo. Ma fuori dalla canzone, prima e dopo quel verso,
chi siete voi? Come siete fatte, fatevi vedere. Prima e dopo
quel momento: come camminate, dove andate, da chi o via da
dove. Con che cappello, se lo portate per strada. Lasciatevi
incontrare. Se no, come facciamo a raccontare la fiaba.
Questo libro è nato così: dalla meraviglia di trovarsi in tante
- insieme - ad ascoltare, condividere e curare. Non c'è altro di
più importante al mondo, nella vita, ma lo sapete già. Ascolto
condivisione e cura è tutto quello di cui abbiamo bisogno,
qualunque altro nome gli si voglia dare. Allora in 20 - qui -
abbiamo ascoltato la musica, condiviso le parole e curato le
pagine che adesso arrivano a voi nella speranza che sappiano
- con voi - fare altrettanto. Che siano le storie a leggervi
mentre le leggete.
Le voci che ascolterete sono state scelte perché hanno tutte
- mi pare - un tratto in comune con Fabrizio De André: la
fragilità inossidabile.La pervicacia nel procedere in direzione
ostinata e contraria. Una ferita. Una debolezza nascosta dal
movimento ed esibita nella solitudine. Un ciuffo di capelli che
- come una tenda - lascia uno spiraglio e intanto ti ripara dal
mondo, consentendoti di vederlo più a fuoco.
Non c'era nessun bisogno di illuminare De André con la luce
di qualche occasionale superstar. Tutto il contrario, invece.
In prospettiva inversa: di nuovo è talmente forte la sua luce
da potersi prestare a mostrare il cammino a volte faticoso e
sempre laterale di tanti straordinari talenti che - proprio
come lui - hanno percorso sentieri che si perdono nei boschi,
hanno scelto di fermarsi a fare case sugli alberi, ascoltare
per tre giorni o per tre mesi un viandante, di restare ospiti di
uno sconosciuto mentre fuori prosegue la guerra.
E Fabrizio ve le indica, queste sue compagne di strada. Vi
prega di restare un momento in ascolto e intanto si lascia
guardare dai loro occhi, si lascia leggere dalle loro parole.
Essere visti, il regalo più grande che ci sia. (…)
Concita De Gregorio da Princesa e altre regine ( 20 voci per le donne di Fabrizio De André )
non conosco molto la musica di Fabrizio De Andrè, ma quelle poche canzoni che conosco mi colpiscono per le storie che raccontano...
RispondiEliminaLe sue canzoni sono Storie così universalmente umane che vanno oltre la contingenza e il tempo: sanno colpire intelletto e sentimento rimanendo sempre attuali.
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