venerdì 20 luglio 2018

BEATA SOLITUDINE ( Introduzione )



L'uomo è l'unico tra i viventi ad avere la peculiarità di " guardarsi dentro". E in questa sua capacità di introspezione giunge alla consapevolezza di essere lo straordinario frammento di una gigantesca realtà che sconfina nell'infinito. Si rende conto non solo di essere fragile, ma di essere un " frammento di polvere fragile".
In tempi di ipertrofia dell'informazione e di spreco delle parole, il silenzio " parla" proprio perché non dice, e se in esso non si conosce tutta la verità, tuttavia si giunge alla certezza che la verità esiste. Solitudine e silenzio sono dunque necessari per un'igiene della psiche, per un'ecologia dello spirito, per nutrire una relazione feconda con noi stessi, ritrovando così - nel rapporto con gli altri - quell'armonia spesso compromessa da aggressività e violenza, abusi e nevrosi.
L'autore - Vittorino Andreoli - denuncia in questo testo ( e non solo ! ) il delirio delle metropoli contemporanee, mettendo in guardia dai danni dell'eccessiva mondanità, dell'ipocrisia delle relazioni, dell' iper- connessione virtuale.
Ecco allora l'assoluta necessità di ritrovare una dimensione contemplativa della vita per riappropriarci del senso delle nostre esistenze e per dare spazio a " quel monaco che si nasconde nel profondo di ciascuno di noi, al suo bisogno di solitudine e di mistero, perché una vita pienamente umana non può fare a meno dell'invisibile".


                       frida

3 commenti:

  1. sono pienamente d'accordo, è salutare e necessario, specie in questo tempo di vacanza, ritagliarsi dei momenti, un tempo, lontano dal frastuono e dalla confusione per stare in silenzioso ascolto e attento sguardo verso il profondo di noi e la bellezza del creato che ci circonda e insegna molto

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  2. In questa breve introduzione, due sono per me i concetti - chiave che intendevo mettere in luce: il primo è la dimensione " contemplativa " dell'uomo, che erroneamente ( specie in società come la nostra ) sembra delegata unicamente al un certo " status " di vita; il secondo è la dimensione del mistero, ( in un tempo che fa della scoperta - in tutti i sensi - o del mettere in luce e sotto i i riflettori ) l'obiettivo precipuo che dovrebbe regolare la vita e i rapporti,
    misconoscendo il fatto che tutto ciò che è già interamente svelato perde di attrattiva e non alimenta più alcun desiderio di scoperta ( anche questo detto in tutti i sensi ).
    Grazie.

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