CALIGINE
Ti ricordo nell'ora che cade
sulla marina blu,
ti ricordo con un clangore
di anelli ferrigni
che attorcono il cuore.
Sono frecce le mie dita
lasciate cadere ai tuoi piedi,
indici accusatori trinciati.
Qui gli alberi hanno il verde
che colora le palpebre alla luna.
Ti ricordo e tu, luce impura,
allaghi nell'aria salina,
che il mare solleva, caligine scura.
***
I BALCONI
Domenica, una casa di pietra
dove sospira
il fiore grigio della solitudine.
Un'alba incendia i balconi
li svelle dalle pallide facciate
li porta come barche
addormentate sui raggi, aquiloni.
Io spalanco la finestra
cammino sulla veranda amputata,
altana d'aria, stringo un raggio
lo annodo alla cintura, non cado.
Io non piango di domenica.
***
L' OMBRA
Di te era rimasta la buccia
scura come una carruba: l'ombra
recisa con le forbici dal margine dei piedi,
staccata dalla suola delle scarpe,
afferrata con due dita a pinza
l'ho buttata nella cesta dei rifiuti,
al piovasco un rigagnolo la spingerà nel tombino,
mi passerò la mano sulla fronte
a cancellare un pensiero
e una rondine volerà oltre l'orizzonte.
Cavaliere di ghiaccio che ti sciogli
nella nebbia della città,
cuore inghiottito,
e mi si forma a partire dalle labbra
un viso di Madonna ridente.
***
L'INCONTRO
Incappucciato, un occhio e una guancia celesti
e l'altro occhio di nera caligine
adesso ti riconosco:
uscito dal maniero dai vetri rotti,
conosco il tuo mantello bicolore
di pipistrello e d'agnello
e il tuo cuore scisso in due valve :
una era la mia culla
l'altra un laccio crudele, lo scudiscio
che mi lascia la traccia sulla pelle.
***
DI NOTTE
Ci siamo amati di notte
facendo il caldo
sotto coperte di tempo
di stagioni che strillavano
ci ficcavano spilli nella pelle
gli istrici - capelli pungevano
ci siamo amati di notte
il buio aveva occhi spalancati.
Marina Corona da Alfabeto morse di Novembre
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