Nessuna luce ti è dovuta.
Di ogni cosa prendi
quel poco
che rimane indifeso.
Inciampa pure.
La notte non dura.
***
Eravamo due.
Ho su questo corpo la sottrazione
di mani in fuga
di bocche sigillate
delle lingue sciolte senza patto d'amore.
Conosco per addizione il mio dolore.
***
Vorrei rivedere le tue mani.
Ricordare l'impronta ferita dalla lama
il callo ruvido di dolore.
Moltiplicare l'impossibile distanza
colmare con la poesia
gli anni in cui avevo il tuo respiro.
***
Nel futuro tuo prossimo
è lieve la vita che vortica.
Per gravità
tenderai a correre
come un livido uscito dal cuore.
***
Metti in conto
l'abbraccio dei fantasmi
e chiediti se non sia questo
un miracolo senza necessità di morte.
L' eventualità che la meraviglia possa innamorarti.
Ancora.
***
Benedetti gli esseri
quando resistono in un bacio
alla morte, incandescenti.
Sia santificato il sudore primordiale dei corpi.
Non siamo ancora finiti.
***
Nella mia crisalide di ferro
ho cresciuto ali di parola
che non volano.
Vado nel vuoto che non pretende.
Una carezza di notte. L' amore.
***
Le mie ossa in transito
sono la caviglia e il polso.
Quando cammino a passo veloce
sento il mio nome
fare rumore di rotto.
***
Non ti piace la mia luce
angolare
non ami il comporre
sporco del mio pensare.
Dovrei dire : voglio.
Mentre la riga della voce si spezza
e tu
rimani alla finestra.
Erica Donzella da Scrusciu
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