lunedì 17 ottobre 2022

FRA MUSICA E POESIA : PUSKIN & GLINKA

 


                                                   Non starò a rimpiangere le rose...




L' UVA


Non starò a rimpiangere le rose

appassite a una lieve primavera;

mi è cara anche l'uva sui tralci

a filari maturata su un pendio.

Bellezza della mia fertile valle,

gioia d'autunno dorato,

affusolato e diafano

come le dita di una tenera fanciulla.



                                                   ***


CHE T'IMPORTA DEL MIO NOME


Che t'importa del mio nome?

Esso morirà, come il triste rumore

dell'onda che batte contro una lontana riva,

come un suono notturno in un profondo bosco.


Esso, sul foglietto di un album

lascerà una morta traccia, simile

al ricamo di una iscrizione tombale

in una lingua sconosciuta.


Che c'è in questo nome? Da tempo dimenticato

nelle agitazioni nuove e ribelli,

alla tua anima esso non darà

puri, teneri ricordi.


Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,

pronuncialo con nostalgia;

di' : c'è una memoria di me

c'è al mondo un cuore nel quale vivo...



                                            ***


TIMIDO INIZIO


Un voi vuoto con un tu caloroso

scambiava lei nel parlarmi

e suscitava nel cuore innamorato

i più bei sogni di felicità.

Davanti a lei sto in silenzio,

di distogliere gli occhi non ho forza

e le dico : - come siete cara -

e penso  - come ti amo.



                                     ***


TI AMAI


Ti amai, anche se forse

ancora non è spento del

tutto l'amore.

Ma se per te non è più tormento

voglio che nulla ti addolori.

Senza speranza, geloso,

ti ho amata nel silenzio e soffrivo;

teneramente ti ho amata come

- Dio voglia - un altro possa amarti.



                                            ***


RICORDO IL MAGICO ISTANTE


Ricordo il magico istante:

davanti m'eri apparsa tu

come fuggevole visione,

genio di limpida beltà.

Nei disperati miei tormenti,

nel chiasso delle vanità,

tenera udivo la tua voce,

sognavo i cari lineamenti.

Anni trascorsero. Bufere

gli antichi sogni poi travolsero,

scordai la tenera tua voce,

i tuoi sublimi lineamenti.


E in silenzio passavo i giorni

recluso nel vuoto grigiore.




           Aleksandr Puskin  da    Opere



2 commenti:

  1. A volte noi " siamo " il nome che portiamo : esso ci rappresenta totalmente. Per questo mi piace molto quando mi sento chiamare per nome...
    E dimenticare il nome, vuol dire avere escluso simbolicamente l'altro dalla nostra vita: infatti non cancelliamo i ricordi, ma il nome.

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