martedì 11 ottobre 2022

IL PADRE NOSTRO DI ALESSANDRO 2

 

" Pasci i miei agnelli " e poteva finire lì, poteva bastare. Ci si libera dal male uscendo da se stessi e prendendosi cura di un pezzo di mondo che non è nostro, perché è solo Suo. Ci si libera dal male comprendendo che è male legare a sé le persone, usarle anche a fin di bene, trattarle come un possesso. Poteva finire lì, tutti abbiamo sperato che finisse lì, ma il Risorto non si accontentò.



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Forse anche Pietro credeva che il Maestro si sarebbe fermato. Invece insistette, come in una specie di tortura : " Simone, figlio di Giovanni, mi ami?". Stava scavando, ecco quello che stava facendo quell'uomo seduto sulla riva sassosa di un lago; quell'uomo ancora vivo non si accontentava. La risposta all'amore ha radici profonde, bisogna scendere in profondità, andare lontano. Liberarsi dal male significa andare a pacificarsi con i padri, con Giovanni e con tutti gli altri che hanno provato ad amarci e l'hanno fatto come hanno potuto. Bisogna andarci, abbracciare le radici, perdonare, giustificare. Era come scendere in un abisso senza la sicurezza di poter riemergere. Ci si giocava tutto. Si giocava tutto in uno sguardo. Se Pietro si fosse sentito umiliato, avrebbe ceduto. Nessuno sapeva: Pietro avrebbe retto quella discesa agli inferi? Avrebbe retto di lasciarsi toccare così in profondità? Avrebbe riconosciuto misericordia in quelle domande che sembravano spietate? Avrebbe perdonato i propri padri? Ma solo così ci si libera dal male, scendendo e impedendo alle radici di infestarsi con i detriti del passato. Era un atto coraggioso quello di Cristo con Pietro, era un itinerario di liberazione profonda.



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Pietro scendeva, ma trascinava con sé anche il Maestro. Io avevo paura: vedevo due uomini che sprofondavano insieme. L' amore è rischioso : ci si può perdere. Io avevo paura di perdere entrambi: potevano rimanere sepolti per sempre. Eppure nessuno dei due lasciava la presa, precipitavano nel cuore di tenebra dell'uomo. Questo è credere, non altro. Serve coraggio per farsi liberare dal male. Serve il coraggio di rischiare di morire.



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Fu Pietro a sfinirsi, rattristandosi in volto. La terza richiesta era l'ultima e lui, come in apnea, lui che si era appena tuffato in mare senza sapere in che gorgo sarebbe stato trascinato di lì a poco, disse : " Tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene". Tu sai tutto, ma adesso - ti prego - riportami in superficie. Dipende solo da te, da te che sai tutto. Se vuoi, io ci sono. Tu sai tutto, sai anche che dal male non ci si libera una volta per sempre; sai che sbaglierò ancora, sai che ti tradirò ancora: tu sai tutto, tutto di me. Se vuoi amarmi, se vuoi salvarmi, è solo una tua scelta. Dipende solo da te. Io da me non posso fare nulla. Mi arrendo all'amore, non posso far altro.



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Pietro scese agli inferi di se stesso e comprese che non aveva altra scelta. Ormai Cristo era carne della sua carne, corpo di Cristo. " Puoi chiedermi se ti amo all'infinito, ma lo sai solo tu. Io so che posso decidere tutto di me, ma non posso decidere di dimenticarti. In me sei come un tumore, sei metastasi, sei ossessione, sei condanna, ma ti amo. E sento che non mi abbandoni. Il dubbio che tu mi abbia rovinato la vita rimarrà fino a quando non ti vedrò faccia a faccia; ma cosa vuoi che ti dica? Se questo sia amore, solo tu puoi saperlo. Io sono in mano tua, fai di me ciò che vuoi, ma sappi che se mi lasci, io muoio, dipende date. Solo tu puoi liberarmi dal male. E l'unico male che vedo e che mi fa paura è la tua assenza".





                          Alessandro Dehò  da    Padre Nostro




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