Pietà in questa notte altrui...
PIETA' DI NOI
Pietà di noi, pietà,
dell'erba che non cresce, pietà,
del tetto e la facciata, degli usci
senza chiave, pietà, dei nostri
ambienti vuoti, pietà del suono e
della luce, ancora spenti
pietà, di noi qua dentro, pietà,
con le finestre finte
pietà, dell'abitarci assente
del non poterci stare
pietà, pietà, pietà,
di noi in questa casa, pietà,
in questa notte altrui.
***
A BURIDANO *
Forse io non so scegliere
e potrei un giorno morirne,
sei tu ad affermarlo
e ne sembri convinto.
Rimarrei qui forse ad aspettare
che la scelta si compisse da sé,
sei tu ad insegnarlo
e non ne hai alcun dubbio,
e alla fine vincerebbe la fame
o una forma mortale di inedia,
sei tu a ricordarlo
lo ripeti e lo scrivi.
Ma che dire del violento tepore del fieno
nella notte o la mattina d'inverno;
che sai dirmi del suo folle profumo
a insinuarsi nel sonno più ottuso...
Su, prova a dirmi dell'urgente colore
che si strugge in quei due cumuli accesi
e non si può che toccare, annusare,
riguardare, riguardare
senza osare scegliere mai.
***
JAGDTROPHAE
La famiglia si è smembrata
ed è rimasta la mia testa
a sorprendere l'amore
in prospettiva inusitata,
a difendere la noia sorvegliare
l'ansia al cubo aspettare che
la luce faccia il giro dello
spazio e poi sparisca tutto
sotto sorvolato senza
il corpo e i suoi bisogni
senza voce a grugno aperto
la mia testa qui da sola.
Mia Lecomte da Terra di risulta
* A Giovanni Buridano, filosofo medioevale, è attribuito un paradosso secondo il quale, se un asino venisse costretto a scegliere tra due cumuli identici di fieno, nell'incertezza finirebbe per morire di fame.
Nessun commento:
Posta un commento