Tu somigli a un lago tutto uguale...
Ora che non mi dici niente, ora
che non mi fai godere né soffrire,
tu sei la consueta dei miei giorni.
Tu somigli a un lago tutto uguale
sotto un cielo di latta tutto uguale.
Assonnato mi muovo sulla riva.
Non voglio non desidero, neppure
penso.
Mi tocco per vedere se sono.
E l'essere e il non esser, come l'acqua
e il cielo si confondono.
Diventa il mio dolore quel d'un altro
e la vita non è lieta né triste.
T'odio, compagna assidua dei miei giorni,
che alla vita non mi sottrai, facendomi
come il sonno una cosa inanimata,
ma me la lasci solo rasentare.
Poiché sono rassegnato a vivere, voglio
che ogni ora del dì mi pesi sopra,
mi tocchi nella mia carne vitale.
Voglio il Dolore che m'abbranchi forte
e collochi nel centro della Vita.
Ora che non mi dici niente, ora
che non mi fai né godere né soffrire,
io rassegnato aspetto che tu passi.
Camillo Sbarbaro da Poesie e prose ( a cura di E. Testa, 2022 )
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