Ricreare è la nostra condanna...
Sonetti per Kong Kong venne pubblicato per la prima volta nel 1977 su sollecitazione di Elio Pagliarani ; Diacritica Edizioni lo ripropone a distanza di più di quarant'anni : nonostante non sia mai stato più ristampato e sia attualmente introvabile, si tratta di uno dei più straordinari libri generazionali.
Come ricorda Carlo Bordini nella scheda finale, " Quando uscì, fece - nel microcosmo della poesia - un'impressione enorme. Quel testo non era soltanto un libro di valore : era uno " spaccato" degli anni '70, con tutta la loro voglia di vivere, con tutta la loro violenza, con tutta la loro trasgressione, con la loro ribellione. Un libro disperato e armonioso, un libro ribelle che esibiva la ribellione. Un libro - in sintesi - che si può scrivere una sola volta ".
Mentre l'autore scrive in una lettera : " E' la rottura degli specchi, dello specchio primordiale, fluttuante ancoraggio, luogo di tutte le identificazioni, di tutte le beanze soggettive. Si potrebbe anche pensare, rifacendosi alla fantasia inesauribile di Deleuze, della rivolta dei burattini rispetto al loro manipolatore, gestore, rappresentante del potere. "
E' IMMOBILE
La polvere si è accumulata.
Una mano sottomessa all'osso
e alle intemperie. Non farmi
male se vieni ad amarmi
stanotte.
Quello sfumare di colori
nel rettangolo di cielo
alla finestra. Il rosso
vicino quanto la stella.
Ma se davvero - come dici -
il pesco fiorisce nei
tuoi inverni, allora
penetrami più forte che puoi.
La notte d' antenne.
***
APPENA ALL'INIZIO
Cara conoscenza caro essere
disvitale caro disamore
plasmi tutta la materia di cui
sono fatto.Caro Kong mio re
e mio suddito. Caro possesso
dove ci si disperde. E' appena
l'inizio di un tempo altro.
***
CHE PROPRIO IO
Mi appiccico a te. Vado
in metamorfosi tra un fuso
e l'altro brani d'eternità
incomprensibili discorsi
chissà che belle
cose si potrebbero.
Non divorarmi. Mangiami con
calma. Rovi del tuo esofago
dove i secoli rifiutati
occhieggiano come.
Non esiste il cesso
dove potrai liberarti
di me. Non sei sicuro che
proprio io non t' abbia
già vomitato?
mia altra compenetrazione,
***
IN MEMORIA
Nella trasposizione
diventerà monotono
anche il nostro amore.
Ho segnato con una X
le piste della memoria,
ora che il tempo della
scomparsa è arrivato.
Sembra. Annego in
relativo, un enzima all'
occhiello. Un enzima verde.
***
PERCHE' L'ULTIMO ?
Che cosa rotta. Spezzata la creta.
Ne avremo cura un'altra volta,
badate a che il primo violino
non ci sfugga. Un soffio tra
la guancia e l'occipitale.
Tutti gli universi non possono
bastare. Questo è assiomatico.
Ricreare è la nostra condanna.
Ed è l'ultimo dei sonetti d'amore.
Gino Scartaghiande da Sonetti d'amore per King Kong
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